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04:37 martedì 2 settembre 2025
La turistificazione in Albania è stata così veloce che farci le vacanze è diventato già troppo costoso I turisti aumentano sempre di più, spendono sempre di più, e questo sta causando gli ormai soliti problemi ai residenti.
Nell’assurdo piano di Trump per costruire la cosiddetta Riviera di Gaza ci sono anche delle città “governate” dall’AI Lo ha rivelato il Washington Post, che ha pubblicato parti di questo piano di ricostruzione di Gaza che sembra un (brutto) racconto sci-fi.
Stasera La chimera di Alice Rohrwacher arriva per la prima volta in tv, su Rai 3 Un film d'autore per festeggiare l'apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2025.
Emma Stone, che in Bugonia interpreta una donna accusata di essere un alieno, crede nell’esistenza degli alieni E ha spiegato anche perché: lo ha capito guardando la serie Cosmos di Carl Sagan.
Miley Cyrus è diventata la prima celebrity a fare da testimonial a Maison Margiela La campagna scattata da Paolo Roversi è una rivoluzione nella storia del brand.
Andrea Laszlo De Simone ha rivelato la data d’uscita e la copertina del suo nuovo album, Una lunghissima ombra Lo ha fatto con un post su Instagram in cui ha pubblicato anche la tracklist completa del disco.
Il Van Gogh Museum di Amsterdam rischia la chiusura a causa di lavori di ristrutturazione troppo costosi Lo dice il museo stesso: servono 121 milioni di euro per mettere a posto la struttura. Il Van Gogh Museum pretende che a pagare sia il governo olandese. Il governo olandese non è d'accordo.
C’è grande attesa attorno a The Voice of Hind Rajab, il film che potrebbe essere la sorpresa di questa Mostra del cinema Per i nomi che lo producono, per il regista che lo dirige e soprattutto per la storia vera che racconta: quella di una bambina di 6 anni, morta a Gaza.

Giovani illustratori: Andrea Mongia

La terza intervista agli artisti coinvolti nel progetto New Italian Classic realizzato da Studio per Pitti Uomo 2016.

10 Giugno 2016

In occasione di Pitti Uomo, in programma da 14 al 17 giugno a Firenze, quattro autori scelti da Studio descrivono quattro concetti del nuovo vestire maschile e quattro illustratori danno forma alle loro parole. Per anticipare alcuni temi del progetto, stiamo pubblicando ogni giorno un’intervista a ognuno dei quattro disegnatori coinvolti con un portfolio dei loro lavori che ci piacciono. Oggi è il turno di Andrea Mongia: Nato nel 1989, abruzzese, vive a Roma ed è membro di Studio Pilar. Tra i suoi clienti: The New York Times, The Boston Globe, The Wall Street Journal, The Sunday Times Magazine, Variety, ProPublica, Loescher Editore, Leftloft, Donna Moderna, L’Unità e Rivista Studio.

 Cos’è per te un classico italiano?

Mastroianni davanti ad una natura morta di Morandi ne La Notte di Antonioni. Oppure la pizza, anche se preferisco gli spaghetti al pomodoro e Basilico, per il sapore e le foto.

 Quali sono i motivi ispiratori del tuo lavoro, le influenze, i maestri?

I libri, le storie delle persone, e tutte quelle cose che purtroppo non parlano, come le piante o i sassi. Mi piacciono molto i racconti, soprattutto quelli di Cheever e cerco di rubarne la sintesi. Continuo ad osservare i quadri di Goya e di Rothko, le illustrazioni di Pinter e di Matticchio. Mi ripeto sempre che basta poco per raccontare una storia, less is more ma il problema è che in less c’è tutto l’universo.

ⓢ Che differenze c’è tra il lavoro di illustrazione classico (editoriale) con quello che avete realizzato per Pitti, che ha un rapporto con lo spazio fisico? Quali difficoltà? Quali libertà?

Totalmente diverso: nel mio lavoro seguo solitamente un approccio narrativo o concettuale, il lavoro per Pitti è invece un’interpretazione astratta dell’abito sartoriale, ricorda le trame, i tessuti, i segni sulla stoffa. Inoltre è un lavoro di grande formato, pensato per essere visto anche da lontano, l’opposto del classico lavoro editoriale.

 Che rapporto hai con la moda? Come ti vesti? Cosa ti piace indossare?

La seguo di lato, più come ispirazione per il disegno che per scegliere cosa indossare. Personalmente preferisco abiti dalle forme semplici che mettono in risalto la trama del tessuto, i colori neutri ed i piccoli dettagli in contrasto.

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