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17:22 venerdì 5 settembre 2025
Marco Bellocchio girerà un film su Sergio Marchionne Le riprese sono previste per il 2026 e si svolgeranno in Italia, Stati Uniti e Canada.
Il responsabile per la Salute della Florida ha detto che eliminerà tutte le vaccinazioni obbligatorie Non solo quelle legate al Covid ma anche quelle che riguardano le fasce più giovani, dal morbillo all’epatite B.
Lena Dunham ha annunciato la data di uscita del suo nuovo libro, Famesick Un memoir scritto nell'arco di sette anni che parla di «malattia, dipendenza e sofferenza amorosa».
A Broadway è arrivato il musical dell’Italian Brainrot e durante la prima ovviamente è successo di tutto Tung Tung Tung Tung Tung Tung Tung Tung Tung Sahur è stato arrestato, il pubblico l'ha presa male, la protesta è arrivata fino a Times Square.
Drake ha girato un lungometraggio in cui se ne va in giro per i luoghi di culto di Milano C'è anche la Bocciofila Caccialanza di via Padova, dove incontra Sfera Ebbasta.
Trump vuole cambiare il nome del ministero della Difesa in ministero della Guerra Non il più rasserenante dei messaggi per il mondo, il fatto che il segretario alla Difesa Pete Hegseth diventi segretario alla Guerra. 
Un quadro trafugato dai nazisti è stato ritrovato in Argentina grazie a un annuncio immobiliare È il "Ritratto di signora” del pittore italiano Giuseppe Ghislandi, meglio conosciuto come Fra Galgario.
È morto a 91 anni Giorgio Armani Con infinito cordoglio, il gruppo Armani ha annunciato la scomparsa del suo ideatore, fondatore e instancabile motore.

Tempo di Trump

Il trionfo del miliardario in Nevada rende ancora più plausibile la sua candidatura ufficiale, ma dietro di lui i moderati sono in fermento.

24 Febbraio 2016

I caucus in Nevada che si sono chiusi questa notte hanno confermato la previsione sul vincitore, eppure non hanno nulla di tranquillizzante. Donald Trump – che pure ha continuato a ripetere che questo è uno Stato «strano»: l’affluenza è bassa e gli elettori sono indifferenti se non annoiati da tutto quel che riguarda il cosiddetto contesto nazionale – ha vinto, consolidando ulteriormente la sua posizione di front runner del Partito repubblicano. Vince sempre, dicono i commentatori, vince di tanto come in Nevada, forse dobbiamo abituarci all’idea che il prescelto è lui? Drudge Report, che sintetizza senza troppe elucubrazioni quel che accade, con evidente piacere, ha titolato: «The nominee», aggiungendo su Twitter: «Da mesi ci sono pochi dubbi, stasera ce ne sono zero».

Chi pensava che l’onda Trump fosse destinata ad abbassarsi da sola non è più tanto convinto, e i reporter politici registrano il nervosismo del Gop (noi invece stiamo studiando tutti i precedenti e le regole della cosiddetta brokered convention, la convention di partito in cui non si arriva con un nominato chiaro). I repubblicani devono decidere se accettare l’ascesa di Trump o se continuare a contrastarla, ma c’è sempre meno tempo, e bisogna essere precisi e uniti nel contrasto. È per questo che in questa folle tornata elettorale abbiamo imparato a guardare, analizzare, sezionare i secondi e i terzi posti: è lì che si può capire se ancora è possibile trovare un’alternativa a Trump.

US-VOTE-REPUBLICAN-TRUMP

Marco Rubio è arrivato secondo, davanti a Ted Cruz, e questa è la notizia importante. Rubio è l’alternativa a Trump, per quanto ancora tiepida se paragonata al furore dello showman. La corsa di Rubio si è già mostrata accidentata, la sua immagine di leader giovane e ispirato è stata stropicciata dal dibattito sfortunato in New Hampshire da cui è uscito con l’etichetta di «robottino», che soffre la troppa pressione e si rifugia in formule ritrite. Ma il Partito repubblicano, così spera il team Rubio, è disposto a dargli un’altra chance: è lui l’antidoto a Trump, gli endorsement stanno arrivando e anche i finanziamenti, che sono la dimostrazione della scommessa che il Gop sta facendo su di lui.

Cruz non vuole cedergli lo scettro di antidoto, e si prepara agguerrito al Super Tuesday del primo marzo, quando undici Stati andranno a votare e si scoprirà se l’avventura di Trump può essere fermata oppure no. Rubio sta chiedendo a John Kasich di abbandonare la corsa, senza grandi risultati: la presenza di Kasich spacca il fronte moderato e rende meno solida l’avanzata di Rubio. Sarebbe un ottimo vicepresidente, Kasich, che si porta dietro l’Ohio di cui è governatore, lo Stato che chi vuole fare il presidente degli Stati Uniti deve inevitabilmente conquistare. E quando lo stesso Kasich dice che non sa se vuole essere presidente, che il suo obiettivo è essere ascoltato, forse intende questo: offritemi un ticket e aspetto il mio turno. Ma ancora non si sa chi possa offrirglielo, il posto, e allora come tutta l’America sta lì e si gode lo spettacolo, che è uno di quei film che ogni tanto fanno paura: mi alzo, questa parte non riesco a guardarla.

Immagini: Le cravatte del brand Donald J. Trump alla Trump International Hotel a Las Vegas, Nevada; Gil Mobley durante una manifestazione di protesta davanti allo stesso hotel (Josh Edelson/AFP/Getty Images).
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