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Trieste è piena di turisti delle crociere che non possono attraccare a Venezia e quindi li scaricano a Trieste Le persone fanno un giro in città e poi prendono l'autobus. Per Venezia.
I Radiohead hanno annunciato un nuovo tour che farà tappa anche in Italia Arriveranno a Bologna, a novembre. I biglietti saranno disponibili solo registrandosi prima sul sito della band dal 5 al 7 settembre.
Alla grande parata militare di Xi Jinping in Cina hanno partecipato anche dei soldati-lupi-robot Hanno sostituito i loro predecessori, i cani-robot, che evidentemente non hanno soddisfatto i generali cinesi.
Shein ha usato un modello AI uguale a Luigi Mangione in una pubblicità ma ha dovuto rimuoverla subito È durata poco, molto poco, la prima volta di Luigi Mangione come testimonial di una multinazionale (a sua insaputa).
Sulla Global Sumud Flotilla c’è anche la scrittrice Naoise Dolan «Qualunque cosa accada sulla barca non potrà causarmi più disperazione di quanta ne provocherebbe il non fare nulla», ha detto.
Chloe Malle è la nuova direttrice di Vogue Us Figlia dell'attrice Candice Bergen e del regista francese Louis Malle, dal 2023 era direttrice del sito di Vogue, dove lavora da 14 anni.
Anche la più importante associazione di studiosi del genocidio del mondo dice che quello che sta avvenendo a Gaza è un genocidio L'International Association of Genocide Scholars ha pubblicato una risoluzione in cui condanna apertamente Israele.
La standing ovation più lunga di Venezia l’ha presa The Rock Per il suo ruolo in The Smashing Machine, il biopic sul lottatore Mark Kerr diretto da Benny Safdie.

Blackout, Blackberry

Se lo smartphone cult va in crisi, e con lui tutto il sistema

13 Ottobre 2011

La notizia della settimana, si sa, è che la rete Blackberry è in tilt da giorni. Roaming, mail, messaggistica istantanea (Blackberry Messenger, quello che ti fa scrivere gratis agli altri possessori di Bb, per intenderci), internet, i servizi più importanti e distintivi dello smartphone sono bloccati, disattivati, inutilizzabili: andati. Il “partito del Blackberry”, come lo ha chiamato qualcuno, è disperato. Potrebbe far sorridere i neo-luddisti o i fedelissimi dei Nokia 3310, tutto questo movimento, questo strapparsi i capelli, questo sacramentare ai quattro venti, ma non è una semplice questione di prigionia auto-indotta da businessmen facili ad abbassare il capo innanzi alla tecnologia e alla tecnomoda. Il blackout, o outage, come scrivono più propriamente gli anglofoni, va a inficiare soprattutto l’economia. Paradossale ma tremendamente reale: un telefono che fa (quasi) più danni del minacciosissimo quanto impronunciabile vulcano islandese.

Uno smartphone che nasce come e fonda la sua fama sull’eccellente affidabilità professionale, la possibilità di accedere a multiple caselle email, la tastiera qwerty con i tasti belli in rilievo da cliccare comodamente, e perde, in un solo colpo ben assestato a tre mercati mica da poco (Europa, Medio Oriente, India), tutte queste funzioni, beh, è come un aereo che in alta quota perde i motori. Non c’è niente da fare, nessuna alternativa possibile, l’unica è affidarsi al Buon Dio (e ci sono più probabilità che risolva i problemi lui piuttosto che RIM). Il tuo Blackberry è improvvisamente diventato un oggetto del tutto inutile, pure peggio del Nokia 3310. E magari continui a tirarlo fuori dalla tasca per controllare ossessivamente se qualcosa si è riattivato, se gli annunci di RIM sulla soluzione del problema si sono rivelati fondati (la risposta è no, ancora e ancora). Gli esempi di danni possibili sono moltissimi in ogni campo lavorativo, dal broker che non può perdere un momento né un’azione, all’avvocato o all’imprenditore che deve gestire ordini e comunicazioni anche durante riunioni o viaggi. Passare al computer? Quasi impossibile, per questioni di spazio, movimento, il maledetto wi-fi che in Italia è più raro del petrolio. E non è che il sistema intero si blocca, si prende una pausa, dice “d’accordo, siamo tutti sulla stessa barca, si riparte domani”. No, rimani indietro tu, del partito del Blackberry, perché quelli là, in ufficio, comodi con il pc davanti, hanno a disposizione tutti i servizi che vogliono e pretendono da te tutta la velocità che potevi assicurar loro fino a tre giorni fa. Il tempo è denaro, mai come in questo caso.

E allora, almeno per quanto riguarda la messaggistica istantanea, si riscoprono gli sms. Spendere per un messaggio sembrava a molti una cosa già perduta nella nebbia della storia, e Bbm o WhatsApp ti avevano fatto dimenticare che un tempo si condensava il pensiero tutto in una volta sola, senza premere invio alla fine di ogni periodo.
Una delle compagnie che ci rimetterà di più, c’è da starne certi, è la RIM stessa (pare che il Consiglio d’amministrazione dell’azienda abbia chiesto le dimissioni del board). Chi può è già passato a iPhone (anche se quella tastiera…) perché non c’è un attimo da perdere, forse molti altri andranno a loro volta a rifugiarsi a casa Apple per il crollo della fiducia nell’azienda canadese, che si sta dimostrando incapace di gestire il problema. Ottimo colpo per Cupertino, il cui prodotto veniva paragonato, da alcuni ultras Blackberry, più a un giocattolo che a un vero smartphone da battaglia.
Intanto in rete già si scherza: “i Blackberry stanno rispettando due giorni di silenzio in memoria di Steve Jobs”.

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