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Il nuovo regolamento per la tutela dei minori online in Regno Unito ha bloccato i post sulla guerra in Ucraina e Gaza Sono stati tra i primi contenuti online a essere oscurati dalle nuove regolamentazioni inglesi, prima di pornografia e video violenti.
L’assessore ai grandi eventi del comune di Roma sta facendo di tutto per portare gli Oasis in città Anche se al momento la reunion dei fratelli Gallagher non prevede l'Italia, Roma si è già fatta avanti con insistenza. 
La campagna pubblicitaria di Sydney Sweeney per American Eagle è sempre più un caso politico Dopo le polemiche sullo slogan scelto per accompagnare le foto a difendere l’attrice è intervenuta anche la Casa Bianca.
È morto Robert Wilson, il regista che inventò l’opera teatrale totale Con spettacoli come Einstein on the Beach portò musica, videoinstallazioni e l’interdisciplinarietà a teatro, modernizzandone il linguaggio.
Dopo otto anni di studio non stop, la Lofi Girl si è finalmente diplomata Il volto dell’amatissimo canale YouTube ha mostrato il diploma su TikTok, dopo aver tenuto compagnia a milioni di studenti e lavoratori.
In Nepal oltre il 70 per cento delle auto vendute è elettrico In soli cinque anni il tasso di auto elettriche in circolazione nel paese ha raggiunto quello di Norvegia e Singapore. 
Hollywood sembra intenzionata a dare un sequel a tutte le commedie romantiche degli ultimi trent’anni Mentre si gira "Il diavolo veste Prada 2" sono stati annunciati i ritorni di "Il matrimonio del mio migliore amico" e "Sognando Beckham".
A Newton, in Massachusetts, i residenti stanno protestando perché è stata rimossa la bandiera italiana dipinta su una strada La linea tricolore era un simbolo storico: la sindaca ha difeso la scelta parlando di esigenze di sicurezza stradale.

Delhi 2020

L'India festeggia la prima legge anti-corruzione. Abbiamo fatto un piccolo reality check

08 Ottobre 2011

Gli scioperi anti-corruzione guidati dall’attivista Anna Hazare (che è un lui) hanno riempito le pagine dei quotidiani del Subcontinente per tutta l’estate. Come molti indiani, il sociologo settantaquattrenne ha aspettato per 42 anni che venisse varata una legge anti-corruzione, nota come il Jan Lokpal Bill. Poi, quando il governo ha finalmente approvato la normativa, Hazare è tornato in piazza per chiederne la revisione convinto che fosse troppo poco efficace. E ha vinto di nuovo, perché New Delhi, onde evitare che gli attivisti pro-Hazare si accalorassero troppo e la situazione degenerasse, ha accettato le sue condizioni.

Hazare è stato criticato più volte per “aver guidato una protesta poco democratica capace di sovvertire il sistema e comprometterne la stabilità, avendo chiesto la revisione di una legge ormai approvata”. Molti indiani, infatti, sono convinti che “per riformare il paese non serva a nulla imporre unilateralmente un nuovo punto di vista, ma sia necessario lavorare prendendo in considerazione le opinioni di tutti”. Un dettaglio che Hazare pare aver dimenticato, pur rimanendo convinto della validità del suo punto di vista.

Bene, la legge c’è per la gioia di chi sogna un’India corruption free entro il 2020. Eppure c’è chi ha provato a valutare quale potrebbe essere in un ipotetico 2020 l’impatto del Jan Lokpal Bill – che in sostanza prevede l’istituzione di un massiccio ente indipendente atto a indagare i casi di corruzione, detto Consiglio Lokpal, o Consiglio Anticurrozione, da cui il nome. Scoprendo anche una riforma apparentemente perfetta e studiata per risolvere tutti i problemi del Subcontinente potrebbe rivelarsi un fallimento e far precipitare il paese nel caos.

Prima di tutto ci vorrebbe almeno un anno per mettere insieme i membri della Consiglio Lokpal. E gli undici prescelti diventerebbero di colpo gli uomini più potenti del paese. Poi, per rispettare la volontà di Hazare che ha immaginato di poter avere a disposizione un funzionario-controllore per ogni duecento dipendenti, sarebbe necessario assumere 30 mila nuovi impiegati per monitorare sei milioni di dipendenti pubblici. Per non parlare delle decine di migliaia di funzionari da arruolare per garantire il buon funzionamento delle varie strutture parastatali. Solo per le ferrovie ne serviranno almeno 7500. Come sarà possibile terminare quello che inevitabilmente sarà un lunghissimo processo di selezione in maniera trasparente? Chi finanzierà i nuovi stipendi? E chi sorveglierà i funzionari-controllori?

Immaginiamo di essere nel 2017, con il processo di selezione ultimato e l’unità anti-corruzione perfettamente funzionante, anche se parzialmente compromessa dal fatto che, per riuscire a trovare velocemente funzionari “affidabili”, è stato necessario assumere persone “conosciute”.

Confermato il personale, bisogna decidere come formarlo. In teoria sarebbe necessario istituire una nuova scuola di “verità e integrità”, ma visto che sono già state spese troppe risorse per realizzare il sogno di Anna Hazare e il governo indiano non è così ricco, è meglio farsi bastare gli istituti già esistenti, aggiungendo giusto un ciclo di lezioni di “etica professionale” impartite, perché no, dai guru Baba RamdevSri Sri Ravi Shankar.

Per organizzare tutto questo arriviamo nel 2018, con una classe dirigente nuova di zecca ma in qualche modo collegata ai dirigenti di più alto livello dei gruppi che devono controllare. Nel frattempo, però, l’India ha accumulato migliaia di cause da smaltire. E poiché ogni caso, prima di essere affrontato, ha bisogno di essere confermato prendendo contatti con l’accusa, e solo dopo aver chiuso l’indagine preliminare i nuovi vigilanti possono decidere se portarlo avanti oppure no. Avranno quindi bisogno di almeno un paio d’anni per poter finalmente iniziare a dedicarsi a tempo pieno alla lotta alla corruzione. A quel punto, sotto pressione per la mole di lavoro accumulata e, allo stesso tempo, costretti ad andare avanti anche nelle indagini che coinvolgono le persone che hanno permesso loro di ottenere quella posizione, anche i nuovi funzionari si ritrovano sommersi da accuse che mettono in dubbio il loro operato. Facendo precipitare il sistema giuridico indiano nel caos e mostrando agli attivisti come Hazare che invece di puntare in alto, immaginando di avere la forza per ripulire dall’interno un sistema che non funziona cercando di scovare i funzionari corrotti a tutti i livelli, sarebbe stato meglio sprecare meno risorse e concentrarsi sulla condotta dei capi. E chi potrebbe avere l’autorizzazione a farlo? In India, purtroppo, solo persone a loro troppo vicine.


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