Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Cosa c’è nel nuovo numero di Studio
Siamo in edicola e su iPad. Ecco cosa trovate nel numero 23, interamente dedicato a Milano: la storia di Porta Nuova, un'intervista ad Andrea Guerra, il nuovo distretto tech di Samsung e molto altro.

Il nostro numero 23, in edicola e sulla nostra applicazione per iPad da martedì 14 aprile, è interamente dedicato a una città in cui molti di noi vivono e lavorano (e dove, tra le altre cose, ha sede anche la nostra redazione): Milano, il capoluogo lombardo che fa da sfondo a gran parte di ciò che accade in Italia e che in questi giorni si prepara all’avvento di un palcoscenico importante come Expo. Per parlarne iniziamo coi Dispacci firmati dal direttore Federico Sarica, Giuliano da Empoli e Gianni Riotta, per continuare con un’intervista ad Andrea Guerra, ex top manager di Luxottica e attuale consigliere strategico di Palazzo Chigi.
Milano, la Milano di oggi e quella del futuro, sorge anche dove una volta non c’era niente: è il caso del quartiere Porta Nuova, ex spazio lasciato a sé stesso oggi diventato pietra angolare delle nuove ambizioni della città. Francesco Costa parla della sua storia. A seguire, quattro chiacchiere col responsabile italiano di Samsung, il colosso coreano che ha deciso di investire nel centro cittadino per costruire il suo hub tecnologico. E poi, poco più avanti, torniamo a parlare delle aspettative in vista di Expo con chi ha puntato molto sulla sua realizzazione: Andrea Illy, ad dell’azienda di famiglia e presidente della fondazione Altagamma.
La Milano dell’arte, poi: un dialogo botta e risposta tra Beatrice Trussardi e Massimiliano Gioni, responsabili e animatori della Fondazione Trussardi, un player di primo piano nel sistema dell’arte e della cultura milanese. Quindi uno speciale di sei storie milanesi, esempi di laboriosità e idee che, come si dice, ce l’hanno fatta. Anna Momigliano racconta due realtà cittadine da esportazione: la storia di Goppion, il marchio che ha realizzato le teche in vetro in uso, tra gli altri, al Louvre, allo Smithsonian di New York e al museo d’arte islamica del Cairo, e quella di Eidos, multinazionale che firma le piattaforme editoriali su cui “girano” i più importanti media mondiali, dal Washington Post al Financial Times, passando per il China Daily. Alberto Mucci è stato alla macelleria Masseroni, negozio sui Navigli tra i più rinomati della categoria. Poi si parla di Mousse, il magazine e casa editrice che è diventato un punto di riferimento per l’arte contemporanea da un piccolo e disordinato quartier generale di via De Amicis e, per chiudere, il design di Atelier VM e Satispay, la startup che vuole eliminare il contante nelle piccole transazioni.
Da pag. 50 inizia un reportage gustoso: Mattia Carzaniga ha fatto un giro nei caffè più iconici di Milano, da Marchesi a Cucchi, e ha sviscerato pregi, difetti ed estetiche degli avamposti dei salotti bene della città. Poi Michele Masneri traccia un parallelo tra Roma e Milano, capitali uguali e diverse nelle loro rispettive idiosincrasie, con una proposta finale: istituiamo un Erasmus sull’alta velocità, con l’obbligo per gli studenti di trascorrere un anno a Milano o a Roma. E ancora quattro brevi punti di vista su diversi argomenti legati al gran Milan: Angelo Flaccavento sulla mediocrità di un certo fashion system, Cristiano de Majo e la fenomenologia del trasferirsi a Milano, Paola Peduzzi con un racconto esperienziale sul cercare la luna e Leonardo da Vinci a Milano, Michele D’Aurizio su Ugo La Pietra e il suo rapporto con la città.
Continuiamo con un portfolio fotografico che rappresenta in formato visivo uno dei dettagli fondamentali dello stile meneghino: le portinerie, gli androni e gli interni, fotografati da Ilaria Orsini. Davide Coppo racconta Marcelo Burlon, stilista passato dalla Patagonia alla riviera adriatica fino a Milano, dov’è diventato uno dei simboli di una certa moda e un certo clubbing. A proseguire, dopo un inserto speciale firmato da Toilet Paper, uno speciale sulla tecnologia e il design che segnano la nostra vita di tutti i giorni, con brand come Momodesign, Smeg, Dyson, Sony.
Trattandosi di Milano, non poteva mancare la sezione moda, divisa in tre quartieri e tre diverse storie che raccontano lo stile della città: Mecenate, Piazza Duomo e Porta Nuova. Per chiudere, uno Studiorama a tema e mai così ricco: un articolo sulle tradizionali osterie milanesi, i libri (divisi per quartiere da Michele Turazzi) attraverso cui leggere Milano, il festival Terraforma 2015 e molto, molto altro. Ci vediamo in edicola (o su iPad)!

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.