Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.
Come sarebbe The Grand Budapest Hotel senza effetti speciali


L’estetica di Wes Anderson è una delle più note e insieme particolari della scena cinematografica mondiale odierna e, forse, di sempre. Quanto c’è di questa estetica nel momento di girare le scene, e quanto viene aggiunto poi in post-produzione? O meglio: come si costruisce un film di Wes Anderson?
L’hotel (il Grand Budapest), ad esempio, è stato ricreato in scala sotto forma di modellino. Il suo sfondo montano degli anni Trenta è stato ripreso da un dipinto a olio fotografato separatamente. Le immagini sono poi state incollate. Una funivia su cui i protagonisti, Gutave H e Zero Mustafa, scappano verso la metà del film, e un osservatorio a picco su una gola dell’inesistente stato di Zubrowka, sono entrambe modelli plastici poi riadattati. Sono plastici anche i personaggi che si inseguono in sci e slitta sulle ripide piste innevate nella scena successiva.
Un video pubblicato su Youtube da Animation Boss, della durata di circa 5 minuti, svela tutte le addizioni o sottrazioni dal girato al prodotto finale: tappeti, targhe, nebbia, scale, e colori più o meno contrastati, saturati, e infine il famoso “green screen”.
The Grand Budapest Hotel è stato girato a Berlino, negli studi tedeschi di Babelsberg, che poco tempo fa avevamo visitato e raccontato, qui.
(via)

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