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Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione delle città Negli ultimi dieci anni più di 100 strade sono state chiuse al traffico e l'inquinamento è calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Renzi e il Cav, per ora il treno va

Il punto della situazione nella relazione fra il presidente del Consiglio e il leader di Forza Italia. Perché, nonostante tutto, il patto politico per ora regge.

17 Aprile 2014

A poco meno di quaranta giorni dalle elezioni europee i due politici più importanti del paese, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi si presentano di fronte ai propri elettori, chi da Palazzo Chigi, chi da Cesano Boscone, giocando con una contraddizione che giorno dopo giorno sta diventando sempre di più il vero filo rosso da seguire per capire qualcosa sulla natura del governo Leopolda. Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, al netto dello spin, della propaganda, dei futuri bisticci legati alla campagna elettorale, oggi si muovono come una coppia di fatto e paradossalmente in questa legislatura l’ex presidente del Consiglio non è mai stato vicino alla grande coalizione di governo come in questa fase politica. Più con Renzi, che con Letta. Pur trovandosi con Renzi all’opposizione e con Letta al governo. Perché? A chi conviene? E soprattutto, conviene davvero a qualcuno questa (apparentemente) strana alleanza?

Tre questioni. La prima questione è legata all’opportunità. Berlusconi ha bisogno di Renzi nella stessa misura in cui Renzi ha bisogno di Berlusconi. Senza Renzi, e senza la legittimazione che Renzi dà a Berlusconi riconoscendolo come indispensabile interlocutore per le riforme, per l’ex presidente del Consiglio non sarebbe facile, in questa fase di luna di miele tra il Rottamatore e l’opinione pubblica, e in questa fase di difficoltà giudiziarie su difficoltà giudiziarie, riuscire a essere ancora decisivo come un tempo. Senza Berlusconi, invece, e senza i preziosi voti offerti dal capo di Forza Italia al governo Leopolda, Renzi non solo non avrebbe avuto la possibilità di offrire a Napolitano una discontinuità evidente rispetto al governo Letta (in termini numerici, la vera differenza tra l’ultimo governo Letta e il governo Renzi è che i partiti coinvolti nelle riforme sono maggiori rispetto al governo dell’ex vicesegretario del Pd) ma non avrebbe neanche la forza di poter azzerare il dissenso interno al suo partito, dato che i voti che Forza Italia ha garantito sia per quanto riguarda la legge elettorale sia per quanto riguarda la riforma del Senato rendono numericamente irrilevante le piccole fronde dei parlamentari Pd a Palazzo Madama. La seconda questione, invece, riguarda la tattica politica. Per Berlusconi, oggi, mettersi a prescindere contro Renzi, ovvero contro il leader più popolare d’Italia, sarebbe un gesto paradossalmente troppo impopolare e l’ex presidente del Consiglio fa benissimo a tenere in piedi il tavolo delle riforme con l’ex sindaco di Firenze. Per Renzi, invece, aprire a Berlusconi le porte del governo, e in una certa misura anche le porte del Nazareno, sede del Pd, corrisponde ad aprire le porte, all’interno del Pd, agli elettori di Berlusconi, e giorno dopo giorno, sondaggio dopo sondaggio, è sempre più evidente che il segretario del Pd sembra avere più strumenti e più forza anche di Alfano per attrarre verso di sé i delusi dal berlusconismo.

La terza questione è invece legata a un tema culturale. Su molti fronti, infatti, Berlusconi e Renzi si muovono come fossero un’unica creatura politica non solo per questioni di tattica ma per questioni di naturali convergenze parallele. Si dice spesso che il migliore nemico del mio nemico è sempre il mio migliore amico e da questo punto di vista i nemici, o per meglio dire, gli avversari che hanno in comune Renzi e Berlusconi sono davvero molti. Sindacati. Corporazioni. Tecnocrati. Professoroni. Magistratura chiodata. Professionisti dell’antimafia. Vecchi comunisti. E così via. L’alleanza tra Berlusconi e Renzi, dunque, è forte e lo stesso presidente del Consiglio non perde occasione per tenere uniti i fili del dialogo tra Pd e Forza Italia (vi dice nulla Luisa Todini, ex parlamentare europea berlusconiana, alla guida di Poste?). Il treno per ora va. Berlusconi può esultare per aver ricevuto, ai servizi sociali, uno status di oggettiva agibilità politica. Ci sono altri processi che penzoleranno sulla sua testa come molte spade di Damocle. Ma il vero problema per il centrodestra oggi è aggiungere un tassello alla sua strategia. Va bene la profonda sintonia con Renzi. Va bene l’asse per le riforme. Ma per evitare che il segretario del Pd si trasformi nel vampiro di Forza Italia per Berlusconi è arrivato il momento di fare scouting, di trovare talenti, di sbarazzarsi della vecchia guardia e di ragionare su una parola tabù all’interno di Forza Italia. Una parola che fa rima con Rottamazione ma che suona più o meno così: successione. E se non ora, quando?
 

Photo credits: Sean Gallup/Getty Images.

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