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20:22 lunedì 16 giugno 2025
Pixar ha annunciato un film con protagonista un gatto nero e tutti hanno pensato che ricorda molto un altro film con protagonista un gatto nero Il film Disney-Pixar si intitola Gatto, è ambientato a Venezia e lo dirige Enrico Casarosa. Il film al quale viene accostato lo potete indovinare facilmente.
Tra Italia, Spagna e Portogallo si è tenuta una delle più grandi proteste del movimento contro l’overtourism Armati di pistole ad acqua, trolley e santini, i manifestanti sono scesi in piazza per tutto il fine settimana appena trascorso.
Will Smith ha detto che rifiutò la parte di protagonista in Inception perché non capiva la trama Christopher Nolan gli aveva offerto il ruolo, ma Smith disse di no perché nonostante le spiegazioni del regista la storia proprio non lo convinceva.
Hbo ha fatto un documentario per spiegare Amanda Lear e la tv italiana agli americani Si intitola Enigma, negli Usa uscirà a fine giugno e nel trailer ci sono anche Domenica In, Mara Venier e Gianni Boncompagni.
Le prime foto della serie di Ryan Murphy su JFK Junior e Carolyn Bessette non sono piaciute a nessuno La nuova serie American Love Story, ennesimo progetto di Ryan Murphy, debutterà su FX il giorno di San Valentino, nel 2026.
Il video del sassofonista che suona a un festa mentre i missili iraniani colpiscono Israele è assurdo ma vero È stato girato durante una festa in un locale di Beirut: si vedono benissimo i missili in cielo, le persone che riprendono tutto, la musica che va.
Dua Lipa e Callum Turner si sono innamorati grazie a Trust di Hernan Diaz Il premio Pulitzer 2023 è stato l'argomento della prima chiacchierata della loro relazione, ha rivelato la pop star.
In dieci anni una città spagnola ha perso tutte le sue spiagge per colpa della crisi climatica  A Montgat, Barcellona, non ci sono più le spiagge e nemmeno i turisti, un danno di un milione di euro all’anno per l'economia locale.

Cavaliere win win

Perché a Berlusconi piace così tanto il governo Renzi? Un po' è sana ammirazione (e forse anche invidia), un po' strategia politica. Ecco quale.

11 Marzo 2014

Roma – Si vede e non si vede. Si intuisce ma non si capisce. Ma il punto è che il politico che in questa fase sta osservando forse con più eccitazione la partita giocata da Renzi a Palazzo Chigi non ha il nome di nessuno dei grandi alleati ufficiali del rottamatore bensì quello del più grande alleato invisibile del presidente del Consiglio: Silvio Berlusconi. Certo: dire che un politico decaduto, interdetto, che non potrà candidarsi chissà per quanto tempo alle elezioni, che è stato cacciato dal Senato, si trova in una condizione privilegiata forse è dire troppo ma c’è una piccola verità che va raccontata: il Cavaliere, decadenza o non decadenza, osserva il percorso di Matteo Renzi con una simpatia e un trasporto che non possono che sorprendere. Non c’è una riunione a Palazzo Grazioli in cui Berlusconi non dica quanto è bravo Renzi, quanto è forte Matteo, quanto mi piacerebbe avere uno come lui qui tra i miei ragazzi. Non c’è una sola occasione in cui l’ex presidente del Consiglio non ricordi ai suoi ragazzi, tramite la voce di Giovanni Toti, che con Renzi bisogna essere duri sulle modalità di governo ma sempre disponibili su tutto ciò che riguarda i contenuti. E non c’è una sola occasione in cui Berlusconi non faccia capire che, niente, è più forte di lui: quando vede Renzi, quando vede lo stile di “Matteo”, quando osserva le idee del rottamatore, sotto sotto lo pensa davvero che quel giovane fiorentino altro non stia facendo che far rivivere sotto mentite spoglie molte delle battaglie portate promesse negli ultimi vent’anni dal vecchio Cavaliere. Le tasse da abbassare. Il bipolarismo. L’odio contro i piccoli partitini. L’insofferenza per le preferenze. Il maggioritario. Le riforme costituzionali. La giustizia. La fine del Bicameralismo perfetto. La battaglia contro la concertazione. La lontananza dai sindacati. L’insofferenza verso la Cgil. L’odio per il Senato. La lontananza dai comunisti. Eccetera.

Berlusconi, ovviamente, è convinto che Renzi non riuscirà mai a fare in poco tempo quello che lui non è riuscito a fare in molto tempo, e ogni volta che si lascia scappare quel suo “i gruppi parlamentari del Pd non permetteranno mai a Renzi di fare quello che vuole fare Renzi”, il Cavaliere non riesce a non pensare al fatto che anche Renzi è probabilmente destinato a ritrovarsi sul suo percorso di riformatore con i tanti Fini, e i tanti Bocchino e i tanti piccoli alleati riottosi pronti a infilare con sapienza i bastoni in mezzo alle ruote.

Eppure, Berlusconi non riesce a nascondere il suo buon umore. Perché? Politicamente parlando la risposta è semplice. Quella del Cavaliere è una partita Win-Win. Berlusconi vince se il progetto di Renzi si affloscia con calma. E se il progetto di Renzi si affloscia e la grande coalizione non funziona il primo a beneficiarne non può che essere chi si trova fuori dalla grande coalizione (ovvero Berlusconi). Berlusconi vince se il progetto di Renzi si affloscia subito (e andare a votare con un Italicum dimezzato significherebbe ridare con ogni probabilità al nostro paese un nuovo parlamento ingestibile in cui Forza Italia non potrebbe che avere un ruolo di peso). Ma paradossalmente Berlusconi vince anche se il progetto di Renzi dovesse realizzarsi. Se il segretario del Pd dovesse riuscire a mantenere le promesse. Se riuscisse a realizzare con la casacca del Pd alcune delle cose che Berlusconi promette da anni. Anche perché, poi, Berlusconi, e Forza Italia, se Renzi vuole fare quello che promette di fare, se vuole insomma riformare il Senato, se vuole insomma portare avanti un percorso di riforme istituzionali non da caciottaro, ha bisogno dei voti di Berlusconi. E Berlusconi quei voti li darà. Sapendo che per lui, oggi, la partita suona proprio in quel modo lì. Decadenza, sì. Ma sempre con la possibilità di premere contemporaneamente due tasti “win”.

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