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Massive Attack, Brian Eno, Fontaines D.C. e Kneecap hanno formato un’associazione per difendere gli artisti pro Palestina L'obiettivo è difenderli dalle minacce e dalle cause legali, soprattutto le band e i musicisti più giovani.
È morto lo scrittore di culto Gilberto Severini Nel 2011 era arrivato tra i finalisti allo Strega con il libro "A cosa servono gli amori infelici".
I due maggiori premi letterari giapponesi quest’anno non sono stati assegnati perché non c’erano romanzi abbastanza belli I prestigiosi premi Akutagawa e Naoki, da regolamento, hanno deciso di saltare l’annata perché nessun candidato meritava di essere premiato.
Adolescence è la serie più vista nel 2025 su Netflix, persino più di Squid Game La serie inglese domina la classifica dei contenuti originali più visti, confermandosi così l'evento televisivo dell'anno.
I meme e le fake news sul cold kiss-gate, la coppia di amanti beccata al concerto dei Coldplay, sono fuori controllo Andy Byron e Kristin Cabot, loro malgrado, sono diventati la coppia più famosa di tutta internet.
In Giappone hanno organizzato un torneo di Tekken 8 per gli anziani delle case di riposo Otto partecipanti, tra i 60 e i 90 anni, che hanno dimostrato inaspettato talento videoludico.
Zadie Smith farà il suo esordio da cantante nel nuovo album di Blood Orange Per ascoltarla dovremo aspettare il 29 agosto, data di uscita di Essex Honey.
L’Odissea di Nolan esce tra un anno ma la prevendita dei biglietti è già partita e ci sono anche i primi sold out Negli Usa e in Inghilterra le sale IMAX hanno finito i biglietti, a un anno esatto dall'uscita del film.

Perché nessun poliziotto a New York arresta Banksy?

24 Ottobre 2013

Il blog di Banksy Better Out Than In, che ospita immagini delle opere svolte dall’artista durante il mese che sta trascorrendo a New York, ieri recava una scritta laconica e per certi versi inquietante: «L’opera di oggi è stata cancellata a causa di attività di polizia». Che Banksy, coi suoi stencil e le sue vernici spray su muri privati, vada contro la legge americana è cosa nota. Ciò che rimane meno chiaro è perché nessuno ha mai pensato di arrestarlo.

La risposta è in un articolo di ANIMAL New York, che spiega con dovizia di particolari il rapporto controverso tra Banksy e la legge americana. Il sindaco uscente della Grande Mela, Michael Bloomberg, la settimana scorsa ha preso una posizione ben definita sulla vicenda, chiamando l’opera di Banksy «graffiti, non arte» e auspicando il suo arresto.

In realtà, la vicenda è più complessa: dal canto suo, il New York Police Department ha dichiarato di non stare procedendo contro l’artista perché non ha ricevuto denunce da parte dei proprietari dei beni “graffitati”. Cosa che peraltro non sorprende, visti i prezzi a cui le opere di Bansky vengono vendute. La finta frase di Platone scritta su una porta a Greenpoint, per esempio, è già stimata valere una cifra compresa tra i 20.000  e i 40.000 dollari, mentre i muri arrivano a valori a sei zeri.

Eppure, la legge in materia è chiara: chiunque danneggi una proprietà senza il consenso del proprietario è punibile con fino a un anno di reclusione. Gli stessi tribunali di New York non hanno fatto distinzioni tra opere d’arte e atti di vandalismo duro e puro, finora. Ma quando un muro – pur deturpato – vale un milione di dollari, le cose cambiano.
 

Nella foto: La falsa citazione di Platone di Greenpoint.

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