L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte
La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale.

Si è tenuta ieri la prima udienza di quello che sicuramente diventerà uno dei processi più seguiti dell’anno, quello al presunto assassino di Charlie Kirk. Il sospettato del crimine e reo confesso Tyler Robinson si è collegato in videoconferenza dalla prigione in cui è detenuto con l’aula del tribunale dello Utah, non ha risposto alle richieste dall’accusa né alle domande del giudice, intervenendo brevemente solo per confermare nome e cognome. Indossava una sorta d’indumento contenitivo per evitare che potesse compiere gesti autolesionisti. Robinson al momento non ha nemmeno un avvocato d’ufficio che si occupi della sua difesa.
La giurisdizione del processo ricade nello Utah perché è entro i suoi confini, durante un dibattito universitario, che Kirk sarebbe stato ucciso da Robinson. È un dettaglio cruciale, perché in Utah è possibile applicare la pena capitale e l’accusa sembrerebbe intenzionata a muoversi proprio in questa direzione. Nello Utah, infatti, è possibile per l’accusa chiedere la pena di morte in casi di omicidio aggravato. È proprio questo il capo d’imputazione deciso dall’accusa, insieme all’ostruzione alla giustizia e possesso illegale di arma da fuoco. A sostegno della colpevolezza di Robinson, oltre alla presenza del suo Dna sul grilletto dell’arma di precisione con cui avrebbe sparato a Kirk, l’accusa ha presentato una serie di messaggi mandati al suo coinquilino, messaggi in cui prima avrebbe confessato l’omicidio e poi avrebbe detto di provare rimorso, chiedendogli di cancellarli. Sotto la tastiera del suo computer è stato trovato un appunto in cui avrebbe scritto: «Ho l’opportunità di far fuori Charlie Kirk e la coglierò».
Nella conferenza stampa seguita all’udienza, è apparso chiaro come l’accusa voglia dimostrare che Robinson ha fatto quello che ha fatto in seguito a un processo di radicalizzazione politica che lo ha portato all’estrema sinistra, lui, nato e cresciuto in una famiglia religiosa e conservatrice. Sono state diffuse alcune dichiarazioni della madre di Robinson, infatti, secondo cui il ragazzo sarebbe «diventato più favorevole ai diritti dei gay e delle persone trans» da quando «ha iniziato a frequentare il suo coinquilino, che all’epoca stava effettuando la transizione di genere». L’accusa però non ha fornito elementi che colleghino chiaramente questo fatto alla supposta radicalizzazione di Robinson, sebbene il capo d’imputazione di omicidio aggravato si basi proprio sull’ipotesi che Robinson abbia perpetrato “un crimine d’odio” nei confronti di Kirk a causa delle idee politiche di quest’ultimo.