Se ne sta parlando moltissimo dopo la denuncia della scrittrice Carolina Capria: il gruppo, a cui erano iscritti 32 mila uomini, è rimasto aperto e pubblico per 6 anni, sfuggendo a ogni moderazione.
Uno dei tormentoni dell’estate giapponese è un canzone generata con l’AI e basata su un meme
“Yaju & U” è la prima canzone interamente, esplicitamente fatta con l'AI a raggiungere un tale successo. Facile prevedere che non sarà l'ultima.

Mentre in Occidente i cantanti e produttori umani faticano a imporre un tormentone estivo degno di questo titolo, da mesi in Giappone si celebra il grandissimo successo di una canzone frutto dell’ingegno di nessun compositore o cantante umano: “Yaju & U”, infatti, serio candidato al titolo di canzone dell’estate giapponese, è stata generata con l’intelligenza artificiale, come si legge nella dettagliata ricostruzione della vicenda pubblicata dal Japan Times.
Un anno fa un misterioso utente YouTube di nome MochiMochi pubblica sul suo canale una canzone generata con Udio, un noto programma per creare musica con l’intelligenza artificiale. La canzone, orecchiabile ma dalla produzione molto amatoriale, fa riferimento a un meme popolarissimo in Giappone ma incomprensibile all’estero. La galassia di meme a cui s’ispira il brano è nata da un film erotico gay amatoriale, diventato un caso di cronaca nel 2002, quando si scoprì che uno dei protagonisti era un promettente giocatore di baseball: A Midsummer Night’s Lewd Dream è un vero e proprio caposaldo della meme culture giapponese. La trama assurda del film, la recitazione scadente e dialoghi surreali hanno generato una sorta di slang internettiano a tema, ripreso dalla canzone “Yaju & U”.
Dopo aver raggiunto una certa fama su YouTube, il motivetto è passato anche in radio e in televisione e poi, abbastanza misteriosamente, è entrato a far parte delle “colonne sonore” di diverse catene di supermercati. Si tratta della prima grande hit in Giappone esplicitamente e interamente generata dall’AI e divenuta popolare senza un interprete umano a promuoverla.

Se ne sta parlando moltissimo dopo la denuncia della scrittrice Carolina Capria: il gruppo, a cui erano iscritti 32 mila uomini, è rimasto aperto e pubblico per 6 anni, sfuggendo a ogni moderazione.

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