Con i suoi scatti in bianco e nero ha raccontato l’Italia nel pieno dei suoi cambiamenti: dal boom industriale alle grandi navi a Venezia.
Terence Stamp è stato l’attore inglese più amato dal cinema italiano
Teorema di Pasolini, Tre passi nel delirio di Fellini, Una stagione all'inferno di Nelo Risi e molti altri: negli anni '70 Stamp, morto il 17 agosto a 87 anni, fu "adottato" dal cinema italiano.

È morto nella mattina di domenica 17 agosto all’età di 87 anni Terence Stamp, a darne notizia è stata la famiglia, come riportato da Bbc. Sguardo indimenticabile e portamento da attore di teatro, Stamp arrivò al successo poco più che ventenne, lavorando ininterrottamente per i sessant’anni successivi. Nato nel 1938, figlio di una famiglia della working class britannica, il giovane Stamp all’inizio insegue una carriera nel mondo della pubblicità. Con i primi stipendi si paga un corso di recitazione che gli cambia la vita. Nel 1962 infatti ottiene la parte del protagonista in Billy Budd di Peter Ustinov, che gli porta fama immediata e una candidatura agli Oscar. Gli anni ’60 sono un momento d’oro per la sua carriera, con ruoli importanti in film come Via dalla pazza folla e Poor Cow di Ken Loach.
Nel 1968 Silvio Narizzano lo vuole nel western Due occhi di ghiaccio: su quel set Stamp scopre in Italia una seconda patria cinematografica. Mentre lavora con Pasolini a Teorema e con Fellini in Tre passi nel delirio, arriva la chiamata dei produttori di 007, alla ricerca di un sostituto per l’ormai insofferente Sean Connery nei panni di James Bond. Stamp ha idee così radicali sul ruolo da non venire più ricontattato dopo un primo colloquio. Gli anni ’70 li trascorre per lo più in Italia, dato che il cinema anglofono lo snobba. Pensa sia una fase passeggera, perciò attende il ruolo giusto mentre continua a collezionare parti importanti in Italia, come quello del poeta Rimbaud in Una stagione all’inferno di Nelo Risi. Ci vorranno invece molti anni prima del rilancio internazionale, quando accetta d’interpretare il generale Zod nel Superman di Richard Donner. Hollywood torna a chiamarlo, molto spesso nelle vesti di cattivo.
Stamp intanto continua farsi vedere a Londra, diventando una figura di riferimento de jet set, noto per gli impeccabili gusti in fatto di vestiti e di fidanzate: prima l’affaire con Julie Christie, poi quello con la top model Jean Shrimpton, che finisce nella canzone dei Kinks “Waterloo Sunset”. Negli anni ’90, trent’anni dopo il suo folgorante esordio al cinema, arriva l’altro ruolo chiave della sua carriera: quello di Bernadette in Priscilla, la regina del deserto, il road movie e cult queer di Stephan Elliott. Dopo molti tentennamenti, Tramp aveva accettato di riprendere il ruolo nel sequel che Elliott contava d’iniziare a girare a breve.