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Il tentativo del governo nepalese di vietare i social è finito con 19 morti e le dimissioni del Presidente del Consiglio In 48 ore il Paese è piombato nel caos, il governo è stato costretto a fare marcia indietro e a chiedere pure scusa.
Una giornalista italiana ha scatenato un putiferio per non aver coinvolto Ayo Edebiri in una domanda su MeToo e Black Lives Matter Argomenti sui quali ha preferito interpellare Julia Roberts e Andrew Garfield, gli altri due protagonisti di questa intervista a tre fatta durante la Mostra del cinema di Venezia.
È morto Stefano Benni, inventore del Bar Sport, amico di Daniel Pennac, “performer” con Nick Cave e tante altre cose Romanziere, giornalista, drammaturgo: in ogni sua veste Benni ha saputo raccontare l’italianità, una battuta alla volta.  
A Varsavia hanno aperto una biblioteca in metropolitana per convincere i pendolari a staccarsi dal telefono e leggere invece un libro Si chiama Metroteka e mette a disposizione dei pendolari 16 mila titoli e un sistema di prelievo e restituzione funzionante 24 ore su 24.
Dopo la beatificazione, su Reddit ci si chiede se la PlayStation di Carlo Acutis possa essere considerata una reliquia Domanda alla quale è difficile rispondere, perché ne esistono di diversi tipi e tutte devono essere autenticate dalla Chiesa.
Dopo anni di tentativi falliti, finalmente Call of Duty diventerà un film Grazie a un accordo tra Paramount e Activision, una delle più importanti saghe videoludiche di sempre arriverà sul grande schermo.
La Germania sta preparando una maxi scorta di ravioli in scatola in previsione di una guerra con la Russia Le vecchie razioni a base di cereali e legumi non soddisfano più, ha detto il ministro dell'Agricoltura e dell'Alimentazione, Alois Rainer.
Il governo egiziano vuole trasformare le pendici del monte Sinai in un resort di lusso L'intenzione è di fare qui quello che è stato fatto a Sharm el-Sheikh, nonostante le proteste degli abitanti e della comunità internazionale.

A New York le primarie democratiche le ha vinte a sorpresa un candidato sindaco molto di sinistra 

Zohran Mamdani ha battuto Andrew Cuomo, grazie a una campagna elettorale molto radicale e al sostegno degli elettori più giovani.

25 Giugno 2025

In un periodo di profonda crisi identitaria, il Partito democratico statunitense ha finalmente battuto un colpo, ribaltando l’esito di una tornata di primarie che sembrava scontato. Come riporta il Guardian, il grande favorito per la vittoria fino a poche settimane fa era Andrew Cuomo, politico di grande esperienza, centrista moderato, sostenuto da importanti finanziatori e da figure di spicco del partito come Bill Clinton. Invece nella notte, a spoglio non ancora concluso, Cuomo ha già riconosciuto la vittoria del suo avversario: il 33enne Zohran Mamdani, che potrebbe diventare il primo sindaco musulmano di New York.

A evidenziare i punti forte della sua campagna elettorale è stato lo stesso Cuomo nel discorso in cui ha riconosciuto la vittoria dell’avversario. Pur godendo di meno fondi e appoggi all’interno del partito, Mamdani, che si autodefinisce un socialdemocratico, si è rivolto all’elettorato più giovane, che lo ha sostenuto compatto alle primarie. Rispetto al suo avversario – indebolito da tutta una serie di scandali che ne hanno intaccato fortemente l’immagine – Mamdani si è dimostrato il candidato di quella che in Italia chiameremmo la sinistra radicale, senza però “spaventare” l’elettorato. Anche perché, alcune questioni a New York sono ormai percepite come urgenti a prescindere dalla fede politica. Un blocco degli aumenti degli affitti per tutte le case in equo canone, l’eliminazione del biglietto per i mezzi pubblici, la creazione di un assessorato comunale dedicato alla salute mentale, una tassa del 2 per cento sui redditi di tutti i residenti che dichiarano più di un milione all’anno, l’aumento dell’imposta sul reddito delle società all’11.5 per cento, la costruzione di nuove case popolari e di supermercati municipali dove le persone a basso reddito possano fare la spesa: questi alcuni dei punti fondamentali della campagna elettorale di Mamdani. Secondo gli analisti, alla vittoria ha contribuito anche la sua posizione su Gaza e sul governo israeliano: già nel 2023, Mamdani aveva presentato una proposta di legge – respinta – all’Assemblea di Stato di New York, di cui fa parte da tre legislature, per togliere qualsiasi agevolazione fiscale alle aziende newyorchesi che intrattengono rapporti con i coloni israeliani nella Striscia e in Cisgiordania.

Nelle parole di Cuomo: «Ha messo insieme una grande campagna, ha toccato i giovani, li ha ispirati, li ha emozionati e li ha spinti a uscire e votare. Lo applaudo sinceramente per il suo impegno.» La vittoria inaspettata Mamdani – a suo agio sui social, ma questo ormai si dice di qualsiasi candidato 40enne o under 40, negli Usa e nel resto del mondo, mentre si parla meno dei 50 mila volontari che per lui hanno fatto campagna porta a porta – sta accendendo le speranze dell’ala progressista del Partito democratico (Alexandria Ocasio-Cortez si è da tempo schierata al suo fianco) in tutto il Paese. Ora dovrà riuscire nell’impresa, difficilissima, di vincere le elezioni del prossimo 4 novembre. È vero che a New York gli elettori registrati come democratici sono molti di più di quelli registrati come repubblicani, ma Mamdani non avrà tutto il partito – almeno, non da subito – a sostenerlo e dovrà vedersela sicuramente con Eric Adams, sindaco uscente, molto impopolare, ex Democratico che in questa tornata elettorale si presenta come indipendente. Un’indicazione sulle sue reali possibilità di vittoria la avremo a metà luglio, quando arriveranno i dati definitivi usciti da queste primarie democratiche e capiremo esattamente quante persone, e quali, hanno votato per Mamdani e potrebbero votare di nuovo per lui. 

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