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18:44 mercoledì 30 aprile 2025
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione delle città Negli ultimi dieci anni più di 100 strade sono state chiuse al traffico e l'inquinamento è calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.

Perché la sciarpa aborigena di Gisele Pelicot è diventata un simbolo

20 Dicembre 2024

Del processo Pelicot resteranno l’orrore dei fatti e il coraggio di Gisele Pelicot. È diventata un simbolo, un’ispirazione per milioni di donne in tutto il mondo. Donne come quelle dell’Australia’s Older Women’s Network, che «in segno di sostegno e gratitudine» hanno regalato a Pelicot una sciarpa, la sciarpa che le abbiamo visto indossare mentre veniva pronunciata la sentenza di condanna al suo ex marito e agli altri 50 “Monsieur Tout-le-monde” (perché i media francesi chiamano così gli imputati nel processo lo abbiamo spiegato qui). «Una sciarpa è come un abbraccio… Ti cinge il collo e sta vicina al cuore», ha spiegato a Bbc Beverly Baker, la presidente dell’Australia’s Older Women’s Network. «Gliel’abbiamo inviata (la sciarpa, ndr) per solidarietà, per dirle che non è da sola, che le donne di tutto il mondo la sostengono».

Foto di Christophe Simon/AFP via Getty Images

Pelicot ha indossato questa sciarpa spesso, nei giorni del processo (compreso quello in cui ha fornito la sua testimonianza). La fantasia della sciarpa ritrae delle pozze di acqua salmastra che si trovano in Australia, nella regione di Pilbara: è un luogo-simbolo del popolo Martu, si chiama Wilarra ed è noto per le sue proprietà curative. Sul tessuto della sciarpa è anche raccontata una storia folkloristica, una favola: i protagonisti sono una famiglia di dingo, dei cuccioli che vengono accuditi e tenuti al sicuro dalla luna. Mulyatingki Marney, che questa sciarpa l’ha realizzata, è un’artista aborigena di 83 anni che ha voluto così raccontare a Pelicot e al mondo 60 mila anni di coraggio e resilienza delle donne indigene, la durezza della vita nel deserto e la violenza della colonizzazione.

Marney fa parte di un gruppo di artisti e artiste, Martumili Artists. Sylvia Wilson, rappresentante di questo gruppo, ha concesso un’intervista all’Australian Broadcasting Corporation in cui spiega che la sciarpa non simboleggia solo la forza di donne che sono sopravvissute a violenze inaudite. «Wilarra è un posto in cui si guarisce», ha detto: che è quello che tutti ci auguriamo per Gisele Pelicot.

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