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15:24 mercoledì 30 aprile 2025
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.

A Barcellona vogliono rifare la Rambla per salvarla dall’overtourism

23 Settembre 2024

A Londra hanno deciso di rifare Oxford Street, a Barcellona di “ristrutturare” La Rambla. Il motivo è sempre lo stesso: restituire l’una e l’altra alle persone che a Londra e a Barcellona ci vivono, salvarle dalla turistificazione. In Catalogna di questo progetto si discute dal 2017, quando l’allora sindaca Ada Colau pubblicò un bando internazionale per decidere a chi fa affidare l’opera. Sette anni dopo l’onore e l’onere se lo è preso il collettivo interdisciplinare km-ZERO guidato dall’architetta Itziar González. Quest’ultima, in un’intervista a El Pais, ha raccontato che a chiederle di partecipare al bando, ormai anni fa, è stata l’associazione di quartiere SOS Ramblas. González, che abita vicinissima alla Rambla, ha accettato subito la proposta e ha messo assieme questo gruppo di esperti – architetti, urbanisti, ingegneri, commercianti, cittadini, etc. – tutti residenti nelle vicinanze del viale. Alla fine, km-ZERO è arrivata a contare più di 500 persone, che hanno tutte contribuito all’elaborazione di un progetto presentato nel 2018 e approvato un anno dopo.

Dopo una serie di intoppi e contrattempi che nel 2020 avevano portato all’interruzione del progetto – proprio nel momento in cui tutto era pronto per cominciare i lavori – la nuova amministrazione comunale di Barcellona ha deciso di dare finalmente il via ai lavori. Non solo: Jaume Collboni, il nuovo sindaco di Barcellona, ha detto che si aspetta di inaugurare la nuova Rambla non più tra dieci anni, come inizialmente previsto dal progetto, ma tra tre. A febbraio 2027 il sindaco – e i cittadini – si aspettano la fine dei lavori, che in parte (nella zona attorno al monumento a Cristoforo Colombo) sono già iniziati. I marciapiedi verranno ampliati, dagli attuali tre metri e mezzo arriveranno ad occupare cinque metri in larghezza; le corsie per gli automezzi saranno dimezzate, da quattro diventeranno due (la versione iniziale del progetto prevedeva la pedonalizzazione di tutto il viale, che però è stata accantonata, per il momento); verranno costruite tre nuove piazze, in corrispondenza delle porte medievali di Portaferrisa, La Boquería e Trencaclaus; verrà installata nuova illuminazione, rifatta la pavimentazione e piantati 375 nuovi alberi; è prevista l’apertura di almeno un nuovo centro artistico, La Fonería. E molte altre sono le “ristrutturazioni” previste.

Tutto questo, ovviamente, il comune di Barcellona lo sta facendo nella speranza di porre un freno all’overtourism e di chetare le proteste – numerose e partecipate – che si sono ripetute quest’estate, proteste che hanno fatto di Barcellona la capitale dell’odio antituristico. Certo, non c’è ristrutturazione che possa risolvere l’altro, enorme problema che affligge La Rambla come Oxford Street come qualsiasi strada-meta turistica del mondo: la gentrificazione. Un’altra delle iniziative contenute nel progetto iniziale prevedeva che una parte dei nuovi alloggi costruiti o di quelli vecchi ristrutturati lungo il viale venisse messo sul mercato a prezzo calmierato oppure affittato a equo canone. L’intento era evitare che anche la nuova Rambla finisca a essere abitata solo da turisti che passeggiano tra negozi di chincaglieria. La proposta, come ha raccontato Itziar González, uno degli architetti di km-ZERO non è stata approvata. E questo nonostante il collettivo avesse condotto un’indagine per capire quante persone vivono davvero sulla Rambla. Secondo i dati ufficiali, sarebbero più di mille. Alla fine di questa indagine, si è scoperto che sono meno di cento. La differenza tra questi due numeri sono tutti appartamenti che restano vuoti per la maggior parte dell’anno, in attesa dell’alta stagione.

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