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18:20 giovedì 26 giugno 2025
Se c’è un posto che non soffrirà mai di overtourism è certamente il resort appena inaugurato da Kim Jong-un in Corea del Nord Il supremo leader ha partecipato alla cerimonia di apertura e si è divertito a guardare degli uomini che volavano giù dagli scivoli ad acqua.
È morta a 91 anni Lea Massari, la diva che abbandonò il cinema Dopo aver lavorato con i più grandi registi del cinema italiano, si ritirò a vita privata 30 anni fa e non tornò mai più a recitare. 
Aaron Sorkin scriverà e (forse) dirigerà il sequel di The Social Network Sarebbe già al lavoro sulla sceneggiatura ma stavolta punta anche a dirigere, subentrando a David Fincher.
Denis Villeneuve è stato appena annunciato come regista del prossimo 007 ma c’è già una grandissima attesa Sarà lui a dirigere il primo Bond della gestione Amazon. Adesso resta solo da scoprire l'attore che interpreterà 007 in questa nuova epoca.
C’è un sito che usa il riconoscimento facciale per trovare e denunciare i poliziotti violenti Si chiama fuckLAPD.com, l'ha creato un artista americano per trovare gli agenti che coprono i loro numeri identificativi. 
In un nuovo biopic su James Dean si racconta la relazione segreta che l’attore ebbe con un uomo Il film è tratto dal memoir di William Bast, che conobbe l'attore da giovanissimo ed ebbe con lui una relazione durata fino alla morte di Dean.
A New York le primarie democratiche le ha vinte a sorpresa un candidato sindaco molto di sinistra  Zohran Mamdani ha battuto Andrew Cuomo, grazie a una campagna elettorale molto radicale e al sostegno degli elettori più giovani.
È morto Alvaro Vitali, l’attore con una filmografia tra le più strane nella storia del cinema italiano Aveva 75 anni, al cinema aveva esordito con Fellini, poi le commedie sexy, Gian Burrasca, Paulo Roberto Cotechiño, anche una comparsata in un film di Polanski.

Perché Assange si è dichiarato colpevole proprio alle Isole Marianne Settentrionali

26 Giugno 2024

Dopo quattordici anni, la storia di Julian Assange finisce nel mezzo dell’Oceano Pacifico, su un pezzettino di terra segnato sul mappamondo con il nome di Isole Marianne Settentrionali. Perché una delle vicende più intricate, complesse e ambigue della storia recente si è conclusa proprio lì? Come spesso capita con le domande più difficili, la risposta è abbastanza semplice: ragioni logistiche, c’entrano tempi di volo e percorsi brevi. Pur essendo territorio americano, le isole sono lontanissime dagli Stati Uniti (dove Assange ha detto di non voler assolutamente tornare) e vicine all’Australia, luogo di nascita e destinazione del viaggio di ritorno di Assange.

Assange è atterrato oggi a Saipan, capitale dell’isola che è, come detto, territorio americano anche se non è formalmente riconosciuta come uno degli Stati Uniti (lo stesso vale anche per altri territori, come per esempio Guam e Porto Rico). Davanti alla giudice Ramona Manglona, si è dichiarato colpevole di una delle numerose accuse pendenti contro di lui dal 2010: conspiracy to obtain and disclose national defence information, questo il capo d’accusa. Assange ha ammesso di aver sottratto e diffuso, tramite Wikileaks, informazioni top secret pertinenti alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. In quello che con un’inesatta traduzione italiana potremmo definire patteggiamento, la giustizia americana ha considerato già scontata la pena alla quale Assange sarebbe stato condannato – ha trascorso gli ultimi cinque anni nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, nel Regno Unito – gli ha imposto il divieto di mettere piede sul territorio americano senza permesso delle autorità e gli ha consentito di tornare in Australia da uomo libero.

Quella di Saipan è una delle 100 aule di tribunale americane lontane dagli Stati Uniti continentali, ma è anche la più piccola, la più giovane (il referendum che ne ha fatto territorio americano si è tenuto nel 1975 ed è stato ratificato nel 1986) e la più lontana. Ci vivono 50 mila cittadini americani, che però non votano alle elezioni presidenziali (hanno però un loro rappresentante presso la House of Representatives). Un tempo colonia spagnola, poi tedesca e infine giapponese, durante la Seconda guerra mondiale l’arcipelago fu teatro di un cruentissima battaglia tra soldati americani e giapponesi: morirono a decine di migliaia, da una parte e dall’altra. Un episodio che la giudice Manglona ha ricordato prima di rendere ufficiale la libertà di Assange, nei confronti del quale ha espresso una fermissima condanna ma anche la speranza che «questa decisione porti pace a Lei e alla sua famiglia».

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