Hype ↓
02:28 giovedì 1 maggio 2025
Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Il Toro di Sora

Il 30 ottobre il mondo ricorda la nascita di Maradona. Noi ricordiamo quella di Pasquale Luiso.

30 Ottobre 2012

Sarà per snobismo, sarà per capriccio, sarà, più che altro, per ricordare una storia, di quelle belle, intense, “normali”, e con il finale amaro come in un racconto di Carver: il 30 ottobre tre quarti di mondo celebra la venuta al mondo del Cristo del pallone, Diego Armando Maradona. Una fetta molto più piccola di mondo, perlopiù concentrata tra la Ciocaria e Vicenza, con Piacenza in mezzo, ricorderà l’avvento, 43 anni fa, di Pasquale Luiso, “il Toro di Sora”.

La vita – calcistica – di Luiso non è certo straordinaria come quella di Maradona, né tormentata come quella di una qualsiasi stella caduta nel fango: è ordinaria, quella di un cannoniere di provincia, con la pellaccia dura e pochi fronzoli, che gira nord e sud Italia, mari, monti e pianure, portando il suo bottino di goal sempre con sé, senza mai fare il grande salto nella nobiltà pallonara. Come lui ce ne sono tanti, e tanti ancora ce ne saranno.

La vita – sempre calcistica – di Pasquale Luiso contiene però una storia, appunto, diversa dagli altri. È ambientata nel 1998, parte a Vicenza e parte a Londra, e ha rappresentato per una manciata di giorni – effimeri, presto dimenticati – il sogno calcistico di un Davide Italiano nell’Europa dei Golia.

Arrivava, il Toro, da due grandi stagioni ad Avellino e Piacenza. Millenovecentonovantasette, il passaggio al biancorosso vicentino allenato da Guidolin, che pensa e compra in grande: oltre a lui ci sono Coco, Baronio, Ambrosini, Schenardi, Di Napoli. A Vicenza ci lascerà il cuore in quattro soli anni, e che anni. Otto campionati prima il Lanerossi lottava in serie C1 per non retrocedere in C2, ad aprile ’98 il Menti è esaurito per la semifinale di Coppa delle Coppe. I parvenu del nordest contro l’aristocrazia blasonata del calcio europeo, con Zola, Vialli, Leboeuf, Hughes, Poyet. Agnello sacrificale, favola incompiuta, tutto troppo bello per essere vero: il tricolore coreografato sulla curva biancorossa pare solo una bellissima cornice per un malinconico addio a una festa in cui non si era nemmeno stati invitati. In più, Brivio è l’estremo difensore di una delle peggiori difese d’Italia, e tutta la squadra in campionato stenta, a un passo dalla serie B. Ma quando Zauli aggancia un lancio di Viviani, infila i suoi centonovanta centimetri tra i centrali del Chelsea e di sinistro dà un buffetto alla palla che entra in rete, sembra che il copione della storia possa comprendere anche un happy ending. Zauli esulta, tarantolato. Il Vicenza, saggio, tiene l’uno a zero. Si va a Londra.

Come in una cartolina un po’ cliché, la squadra italiana riempie l’aereo per l’Inghilterra come si riempivano le giardinette dei primi weekend fuori porta. Ci sono i giocatori, c’è la dirigenza, c’è il presidente della provincia, c’è il sindaco. Ce li si immagina, quasi, con i cestini pieni di marmellate e tramezzini. Pasquale Luiso arriva nella pioggia di Chelsea come il capocannoniere della manifestazione. Non si formalizza all’etichetta della nobiltà blues, ed esplicita in un’intervista la sua filosofia molto poco analitica: «Crossatemi una lavatrice e colpirò di testa anche quella». Guidolin è sereno, e ammette che il Chelsea è favorito.

Al 32′ del primo tempo, lo sliding door della vita di Luiso: una palla che rimbalza in area una, due volte, con difensori e attaccanti incerti a guardarla. Bisogna agire, in fretta. Ci pensa Pasquale, a modo suo. Un destro, collo pieno, a mezza altezza sul secondo palo. Il Vicenza sta vincendo a Stamford Bridge. Luiso si porta il dito alla bocca, e zittisce tutto lo stadio, novello Batistuta di provincia. Ne farà un altro, di goal, annullato per un fuorigioco inesistente.

La storia finisce qui, il Chelsea doveva fare tre goal e in effetti li farà, i biancorossi tornano a casa a testa alta e per un solo punto rimangono in A, il Toro è capocannoniere di Coppa delle Coppe. L’anno dopo non raggiungono la salvezza, e quel miracolo di pochi mesi prima deve ritornare in serie B, come sparito. Nel 2001 finisce anche la carriera di Luiso al Vicenza, lui gira ancora un po’ l’Italia, torna a Sora da giocatore e allenatore. Lo confessa, ancora se lo sogna quel goal regolare. Ma senza troppi rimpianti, piuttosto con un sogno: tornare a Vicenza da allenatore. Anche se il campo gli manca, dice. E lo fa senza peli sulla lingua: «Io oggi farei 30 goal a campionato». Auguri Toro.

Articoli Suggeriti
L’arte o la vita?

Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Leggi anche ↓
L’arte o la vita?

Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Le scorie del dibattito sul nucleare italiano

Tra ministri dalle idee non chiarissime, popolari pagine Facebook e cartoni animati virali su YouTube, la discussione sull'atomo in Italia è una delle più surreali degli ultimi anni.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.