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A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
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Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Il video che riassume tre mesi di guerra in Ucraina in un minuto e mezzo

09 Giugno 2022

Franak Viačorka fa parte dello staff di Svjatlana Cichanoŭskaja, la leader dell’opposizione bielorussa al regime di Alexander Lukashenko. Ieri, Viačorka ha pubblicato su Twitter un breve video che nelle ultime ore sta girando moltissimo sui social media. Come lui stesso lo ha definito, è un racconto dei «tre mesi di guerra della Russia in Ucraina in un minuto e mezzo». Attraverso una specie di time laps, il video mostra tutti gli attacchi missilistici della Federazione russa ai danni delle città ucraine e fa vedere i territori conquistati dagli invasori e quelli riconquistati dalla resistenza ucraina. «La Russia ha lanciato almeno 2100 missili verso il territorio ucraino. 600 di questi missili sono partiti dalla Bielorussia», scrive Viačorka.

Seguendo il video si può vedere chiaramente come la guerra sia cambiata nel corso di questi tre mesi. Nei primissimi giorni del conflitto sembrava che l’avanzata russa fosse inarrestabile e che l’esercito della Federazione sarebbe arrivato a breve nella capitale, per realizzare l’obiettivo dichiarato da Putin stesso tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo: “denazificare” l’Ucraina sostituendo l’attuale governo del Paese con uno “neutrale”, cioè filorusso. Come si può vedere nel video, per un lungo periodo i russi hanno bombardato più o meno “equamente” i territori a nord della Crimea, il Donbass e le città dell’Ucraina centrale e occidentale, Kiev compresa. Ma, con il passare dei giorni, di fronte alla resistenza dell’esercito ucraino (che nel nord-est del Paese è riuscito addirittura a liberare territori occupati dal nemico), i russi sono stati costretti a cambiare strategia e, alla fine, obiettivo. Lo si può vedere nell’ultima parte del video: mentre i bombardamenti sull’Ucraina dell’ovest si diradavano, quelli sul Donbass e sulla regione subito a nord della Crimea si intensificavano. In quegli stessi giorni, il governo russo cominciava a parlare di un’operazione militare speciale che sin dall’inizio aveva avuto il solo obiettivo di proteggere la popolazione russofona dell’Ucraina orientale, e di garantire l’indipendenza delle autoproclamate repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk.

Negli ultimi secondi del video, si vede chiaramente l’escalation del conflitto in città che ormai abbiamo imparato a conoscere: Mariupol, Donetsk, Kharkiv. Bombardamenti sempre più frequenti e sempre più intensi che, secondo molti analisti, sono il segno anche delle difficoltà dei russi: la Federazione aveva evidentemente programmato una guerra-lampo, una veloce conquista dell’Ucraina, e dopo tre mesi si trova invece ancora impegnata in combattimenti quotidiani in una striscia sottile di territorio nell’est del Paese.

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