Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Quanta carta igienica si usa nel mondo, Paese per Paese
QS Supplies è un’azienda britannica che si occupa di arredamento per il bagno e, a quanto pare, di sondaggi relativi agli usi e consumi della popolazione mondiale nel suddetto bagno. Quest’anno, QS Supplies ha commissionato e pubblicato sul suo sito una ricerca che misura il consumo mondiale di carta igienica in tutti quei Paesi che raccolgono statistiche sulla delicata questione (ce ne sono molti nel mondo che non lo fanno, quindi la ricerca non può considerarsi completa ed esaustiva).
L’iniziativa, in realtà, è stata presa per una buona causa: far capire quanto grande sia l’impatto ambientale di un oggetto quotidiano come la carta igienica. Per produrre la carta necessaria allo scopo, ogni anno solo in Canada si perdono ettari ed ettari di foresta boreale, si rilasciano nell’atmosfera 26 milioni di metri cubi di anidride carbonica e si trasforma il 90 per cento delle zone deforestate in veri e proprio deserti. Uno dei dati più incredibili che vengono fuori da questa ricerca è che le conseguenze sull’ambiente della produzione, distribuzione e consumo di carta igienica sono enormi nonostante il 70 per cento della popolazione mondiale non la usi affatto (in vastissime aree dell’Europa, dell’Africa e del Sudest asiatico per pulirsi si usa l’acqua). Tant’è che l’affermazione con la quale si conclude il riepilogo dei risultati ottenuti dallo studio è «la cosa migliore che potete fare per il vostro sedere e per il vostro pianeta è installare un bidet».
Chissà che ne pensano i portoghesi, di questo invito. Probabilmente niente di buono, vista la loro grande passione e il loro smodato consumo di carta igienica: nessuno come loro al mondo, capaci di consumare nel corso di una vita più di undicimila rotoli, l’equivalente di quasi 1035 chilometri di carta. L’unico Paese al mondo che si avvicini alle vette portoghesi sono gli Stati Uniti, con i loro 1020 chilometri consumati in media da ogni cittadino nel corso della vita. Molto indietro l’Italia, con i suoi 538 chilometri. Le misure sono in ogni caso talmente grandi che l’unica maniera per trasformarle in immagini efficaci è usarle per coprire la distanza tra la Terra e il resto dei corpi celesti del sistema solare. Per esempio: i cinesi consumano tanta carta igienica da coprire quella che separa la Terra da Nettuno e proseguire poi il viaggio ancora per un po’. Ma da questo punto di vista il dato più impressionante è quello degli Stati Uniti, che con circa un terzo della popolazione cinese riuscirebbero comunque a sfiorare Nettuno se decidessero di costruire un ponte spaziale fatto con la carta igienica usata ogni anno nel Paese.
Consumi che hanno, come detto, un impatto enorme sull’ambiente: per sostenere la domanda proveniente dagli Stati Uniti soltanto, ogni anno vengono abbattuti 31 milioni alberi. In questo, però, la vetta della classifica spetta ancora una volta alla Cina: 47 milioni di alberi abbattuti ogni anno. La soluzione al problema fin qui trovata: in diversi bagni pubblici cinesi sarebbero stati installati software di riconoscimento facciale per identificare gli spreconi che usano troppa carta igienica.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.