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05:24 giovedì 18 settembre 2025
Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 
Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.
In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.
Luigi Mangione non è più accusato di terrorismo ma rischia comunque la pena di morte L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.

L’incredibile video di Kim Jong-un e del suo nuovo missile

25 Marzo 2022

«È necessario chiarire una cosa: chiunque proverà a mettere a rischio la sicurezza del nostro Paese la pagherà cara. Le nostre difese supereranno una messa a punto che le renderà capaci di un lungo confronto con l’imperialismo statunitense, un confronto che vinceremo grazie alla nostra incredibile potenza tecnico-militare, in grado di affrontare qualsiasi ricatto e minaccia militare», queste le parole con le quali il leader supremo della Corea del Nord, Kim Jong-un, ha commentato il successo del test del Hwasong-17, l’ultima arma aggiunta all’arsenale della Repubblica popolare, un missile balistico intercontinentale «pensato per un attacco nucleare».

Non c’è assolutamente niente da ridere alla notizia che al mondo c’è un altro dittatore con il dito pronto a premere il bottone rosso della distruzione totale e finale. Se c’è una cosa che la guerra in Ucraina ci sta insegnando, è che queste minacce non sono ricordi dell’epoca in cui la storia ancora non era finita ma pericoli del presente, che da un momento all’altro possono mettere in dubbio tutto ciò che consideriamo scontato, quotidiano delle nostre esistenze.

È difficile rimanere seri, però, guardando il video con il quale i media nordcoreani hanno accompagnato la notizia del successo del test. Alle scontate immagini che mostrano il dispiego di quella potenza militare che nei piani di Kim dovrebbe riuscire a tener testa addirittura agli Stati Uniti d’America, si accompagnano momenti genuinamente, sinceramente comici, involontari omaggi all’estetica dell’A-Team. Close up, primi piani, stacchi di montaggio sempre più veloci, inquadrature su Kim e i suoi generali che tengono d’occhio le lancette dell’orologio per assicurarsi che il razzo non parta in ritardo esponendoli a una figuraccia internazionale, slow motion di Kim che si toglie gli occhiali proprio nel momento dell’estasi bellica in cui il Hwasong-17 decolla verso i cieli. Ovviamente, il video è diventato virale e nelle pochissime ore passate dalla sua pubblicazione ha già prodotto migliaia di meme. Viene da pensare con una certa tenerezza ai governi di Corea del Sud, Giappone, Stati Uniti e Cina, che in queste ore stanno cercando di riportare la discussione a un minimo comune denominatore di serietà e preoccupazione per i sempre più frequenti test missilistici ordinati da Kim. Troppo tardi, ormai.

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