Hype ↓
05:29 giovedì 18 settembre 2025
Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 
Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.
In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.
Luigi Mangione non è più accusato di terrorismo ma rischia comunque la pena di morte L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.

Non si hanno più notizie della giornalista russa che ha protestato contro la guerra in diretta tv

15 Marzo 2022

***Aggiornameno del ore 15 del 15 marzo 2022: Nel primo pomeriggio sui social media è cominciata a girare molto la foto della giornalista Marina Ovsyannikova in compagnia dell’avvocato specializzato in diritti umani Anton Gashinsky. Il giornalista Kevin Rothrock, tra i primi a rilanciare la foto sul suo profilo Twitter, ha scritto che in questo momento Ovsyannikova sarebbe in un’aula di tribunale, probabilmente in attesa di sapere quali accuse le saranno rivolte dopo la sua protesta in diretta televisiva.

In queste ore sui social stanno girando moltissimo le immagini di Marina Ovsyannikova, la giornalista di Pervyj Kanal (Canale Uno, un emittente russa di proprietà dello Stato) che in diretta tv, durante un’edizione del telegiornale, ha inscenato una protesta contro Vladimir Putin, contro la guerra in Ucraina e contro l’asservimento dei media russi al Presidente. Mentre la sua collega cercava di proseguire con il telegiornale, Ovsyannikova urlava e teneva in mano un cartello con sopra scritto, in inglese, «Stop the war.». Subito sotto questa frase, in russo, si leggeva «Non credete alla propaganda. Vi stanno mentendo», un messaggio firmato, di nuovo in inglese, a nome dei «russi contro la guerra». In Russia, non si era mai vista prima una protesta del genere da parte di una dipendente dei media controllati dallo Stato.

Dopo diversi secondi in cui la protesta di Ovsyannikova è stata ben visibile, Pervyj Kanal ha interrotto la diretta e ha cominciato a trasmettere programmazione registrata. Stando a quanto rivelato da OVD-Info, un’associazione per i diritti umani con la quale la Ovsyannikova collabora, la donna è stata arrestata subito dopo e condotta in una stazione della polizia di Mosca. Da quel momento, di Ovsyannikova non ci sono state più notizie. Sono passate ormai sedici ore dall’arresto. Come riportato dal Guardian, la donna potrebbe essere incriminata per aver violato la nuova legge russa contro le fake news, norma che di fatto punisce chiunque racconti la guerra in Ucraina per quel che è, smentendo la propaganda governativa che ancora oggi continua a definire il conflitto come una «operazione militare speciale». Ovsyannikova rischia dunque fino a quindici anni di carcere. Ma, secondo una fonte interna alla polizia russa, la giornalista potrebbe essere accusata anche di aver “incitato alla rivolta”. In un comunicato diffuso per commentare l’accaduto, Pervyj Kanal ha detto che «si è verificato un incidente in cui una donna sconosciuta è riuscita a farsi inquadrare dalle nostre telecamere. Stiamo conducendo un’indagine interna all’azienda».

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