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19:49 martedì 17 giugno 2025
Già nel 1986, in un’intervista della Rai, Netanyahu mostrava di essere un estremista Fa impressione vedere le risposte date dall'allora 38enne Netanyahu a Giovanni Minoli nel famoso programma Mixer.
A quanto pare Papa Leone XIV è imparentato con un sacco di celebrity Lo ha rivelato un'inchiesta del New York Times: tra i cugini alla lontana ci sono Madonna, Angelina Jolie, Justin Bieber, Justin Trudeau e pure Hillary Clinton.
Per i palestinesi che vivono in Israele non ci sono bunker antiaerei in cui cercare rifugio Non ci sono perché non sono stati costruiti: con i bombardamenti iraniani i civili non hanno via di scampo.
I veneziani le stanno provando tutte per rovinare il matrimonio di Jeff Bezos e Lauren Sánchez Striscioni, cartelli, assemblee, proteste, pure un adesivo anti Bezos ufficiale che si trova attaccato un po' ovunque in città.
La nuova grande idea di Mark Zuckerberg è mettere la pubblicità anche dentro Whatsapp Per il momento le chat sono state risparmiate dalla banneristica, ma c'è sa scommettere che non sarà così a lungo.
Pixar ha annunciato un film con protagonista un gatto nero e tutti hanno pensato che ricorda molto un altro film con protagonista un gatto nero Il film Disney-Pixar si intitola Gatto, è ambientato a Venezia e lo dirige Enrico Casarosa. Il film al quale viene accostato lo potete indovinare facilmente.
Tra Italia, Spagna e Portogallo si è tenuta una delle più grandi proteste del movimento contro l’overtourism Armati di pistole ad acqua, trolley e santini, i manifestanti sono scesi in piazza per tutto il fine settimana appena trascorso.
Will Smith ha detto che rifiutò la parte di protagonista in Inception perché non capiva la trama Christopher Nolan gli aveva offerto il ruolo, ma Smith disse di no perché nonostante le spiegazioni del regista la storia proprio non lo convinceva.

Un prete americano ha sbagliato tutti i battesimi della sua carriera

16 Febbraio 2022

Le parole sono importanti, soprattutto le parole che il Vaticano decide sono quelle giuste da far pronunciare ai preti nella celebrazione dei sacramenti. Non si accettano licenze poetiche né variazioni improvvisate né dimenticanze involontarie: la formula è quella e resta quella sempre, per tutti, dappertutto, per sempre. Cambiare significa sbagliare e sbagliare significa causare un sacco di problemi a un sacco di gente, tra gerarchie ecclesiastiche e fedeli. Lo ha scoperto suo malgrado Andres Arango, della Chiesa Cattolica di St. Gregory di Phoenix.

Secondo quanto riporta il New York Times, per 26 anni Arango ha battezzato i bambini usando sempre la stessa formula. Sempre sbagliata. «Noi ti battezziamo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo», diceva ogni volta mentre versava l’acqua santa sulla testa del prossimo membro della sua parrocchia. Questo fino a quando i suoi superiori non gli hanno fatto notare che le “linee guida” del Vaticano dicono una cosa diversa: «Io ti battezzo», non noi. Perché Arango abbia deciso di cambiare il pronome non è dato saperlo: avrà imparato la formula sbagliata in seminario? Avrà deciso di svecchiare la liturgia del battesimo? Avrà peccato di arroganza e cominciato a usare il plurale maiestatico? Chi lo sa, forse non lo scopriremo mai.

Quello che sappiamo con certezza, invece, è che tutti i battesimi celebrati da padre Arango (in Brasile, a San Diego e a Phoenix) non sono validi. E questo è un problema da risolvere per moltissime persone: in tanti, per esempio, si stanno chiedendo se l’irregolarità del battesimo possa “ricadere” su altri sacramenti celebrati nel corso della vita, come per esempio il matrimonio. La risposta della diocesi di Phoenix non è stata delle più chiare né delle più incoraggianti: «Forse! Purtroppo non c’è una risposta chiara». Per evitare che incidenti del genere si ripetano, la diocesi ha anche messo delle F.A.Q. sul suo sito in cui spiega che i sacramenti sono quelli e guai a chi li tocca: un prete non può cambiare le parole con cui si celebra un battesimo, proprio «come non può dare l’eucaristia usando il latte invece del vino». Così come il latte non può diventare vino (una proprietà esclusiva dell’acqua, ndr), allo stesso modo un battesimo celebrato con le parole sbagliate non purificherebbe una persona dal peccato originale. Padre Arango tutto questo lo sa, adesso: si è reso conto dell’errore e ha dato le dimissioni. I suoi parrocchiani, però, ci sono rimasti molto male e hanno lanciato una petizione per convincere la diocesi a farlo rimanere.

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