I quotidiani dicono che il regista a cui il presunto assassino di Villa Doria Pamphilj ha rubato l'identità esiste, ma basta fare una rapida ricerca online per verificare che le prove della sua esistenza sono davvero minime (e strane).
Un prete americano ha sbagliato tutti i battesimi della sua carriera
Le parole sono importanti, soprattutto le parole che il Vaticano decide sono quelle giuste da far pronunciare ai preti nella celebrazione dei sacramenti. Non si accettano licenze poetiche né variazioni improvvisate né dimenticanze involontarie: la formula è quella e resta quella sempre, per tutti, dappertutto, per sempre. Cambiare significa sbagliare e sbagliare significa causare un sacco di problemi a un sacco di gente, tra gerarchie ecclesiastiche e fedeli. Lo ha scoperto suo malgrado Andres Arango, della Chiesa Cattolica di St. Gregory di Phoenix.
Secondo quanto riporta il New York Times, per 26 anni Arango ha battezzato i bambini usando sempre la stessa formula. Sempre sbagliata. «Noi ti battezziamo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo», diceva ogni volta mentre versava l’acqua santa sulla testa del prossimo membro della sua parrocchia. Questo fino a quando i suoi superiori non gli hanno fatto notare che le “linee guida” del Vaticano dicono una cosa diversa: «Io ti battezzo», non noi. Perché Arango abbia deciso di cambiare il pronome non è dato saperlo: avrà imparato la formula sbagliata in seminario? Avrà deciso di svecchiare la liturgia del battesimo? Avrà peccato di arroganza e cominciato a usare il plurale maiestatico? Chi lo sa, forse non lo scopriremo mai.
Quello che sappiamo con certezza, invece, è che tutti i battesimi celebrati da padre Arango (in Brasile, a San Diego e a Phoenix) non sono validi. E questo è un problema da risolvere per moltissime persone: in tanti, per esempio, si stanno chiedendo se l’irregolarità del battesimo possa “ricadere” su altri sacramenti celebrati nel corso della vita, come per esempio il matrimonio. La risposta della diocesi di Phoenix non è stata delle più chiare né delle più incoraggianti: «Forse! Purtroppo non c’è una risposta chiara». Per evitare che incidenti del genere si ripetano, la diocesi ha anche messo delle F.A.Q. sul suo sito in cui spiega che i sacramenti sono quelli e guai a chi li tocca: un prete non può cambiare le parole con cui si celebra un battesimo, proprio «come non può dare l’eucaristia usando il latte invece del vino». Così come il latte non può diventare vino (una proprietà esclusiva dell’acqua, ndr), allo stesso modo un battesimo celebrato con le parole sbagliate non purificherebbe una persona dal peccato originale. Padre Arango tutto questo lo sa, adesso: si è reso conto dell’errore e ha dato le dimissioni. I suoi parrocchiani, però, ci sono rimasti molto male e hanno lanciato una petizione per convincere la diocesi a farlo rimanere.

È una parola vecchia che però sta tornando attuale per descrivere la straniante sensazione che tutti proviamo ormai da un pezzo: quella di dover continuare a funzionare come individui mentre il sistema attorno a noi crolla, tra guerre e crisi economiche.