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12:21 venerdì 22 agosto 2025
Il nuovo trailer del Mostro conferma che la serie di Stefano Sollima è uno dei titoli imperdibili della Mostra del cinema di Venezia Dopo la prima a Venezia sarà disponibile su Netflix a partire dal 22 ottobre.
L’ultimo film della saga di Mission: Impossible è stato trasmesso gratuitamente su YouTube, ma ha potuto “vederlo” solo chi conosce l’alfabeto Morse E il pubblico sembra aver molto apprezzato l'iniziativa, a giudicare dai commenti che si leggono su YouTube.
A Maiorca quest’anno ci sono molti meno turisti a causa delle proteste contro l’overtourism Addirittura il 40 per cento in meno rispetto al 2024, secondo gli allarmatissimi balneari, ristoratori e albergatori locali.
Un sacco di gente è andata a vedere un concerto di Justin Bieber a Las Vegas senza accorgersi che sul palco non c’era lui ma un sosia Ci è voluta una canzone intera (una non eccellente interpretazione di "Sorry") prima che qualcuno cominciasse a sospettare.
È uscito il primo trailer di Good Boy, l’horror raccontato dal punto di vista di un cane Chi il film l'ha già visto dice che è bellissimo e che il protagonista, il cane Indy, meriterebbe un premio per la sua interpretazione.
È stato sgomberato il centro sociale Leoncavallo di Milano La polizia è entrata questa mattina alle 7:30, l'operazione verrà completata oggi, dopo più di 30 anni di contenziosi e 133 rinvii.
I Paesi africani chiedono (per l’ennesima volta) di cambiare la mappa del mondo perché in quella attuale l’Africa è troppo piccola Le 55 nazioni dell'Unione africana vogliono cestinare la mappa di Mercatore, vecchia di secoli, e sostituirla con una più moderna e realistica.
Uno dei tormentoni dell’estate giapponese è un canzone generata con l’AI e basata su un meme “Yaju & U” è la prima canzone interamente, esplicitamente fatta con l'AI a raggiungere un tale successo. Facile prevedere che non sarà l'ultima.

La lettera dei più importanti giornali americani per salvare giornalisti e interpreti afghani

17 Agosto 2021

Una lettera congiunta indirizzata al presidente americano Joe Biden e alla sua amministrazione, per chiedere loro di mettere in salvo la vita delle migliaia di afghani che negli ultimi vent’anni hanno supportato i giornalisti americani nello svolgimento del loro lavoro sul territorio. È quella firmata e diffusa il 16 agosto dai rappresentanti di New York Times, Washington Post e Wall Street Journal per sollecitare il governo americano a occuparsi dell’enorme problema dei rifugiati che segue il ritiro delle forze statunitensi e occidentali dal Paese dell’Asia centrale.

Dopo la presa di Kabul, giornalisti e interpreti afghani che hanno attivamente collaborato con le forze occidentali sono infatti alla mercé dei Talebani: «Durante gli ultimi vent’anni, i nostri coraggiosi colleghi afghani hanno lavorato senza sosta per aiutare il New York Times, il Washington Post e il Wall Street Journal a condividere notizie da quella regione per il pubblico globale. Adesso, quegli stessi colleghi sono in pericolo, la loro vita e quella delle loro famiglie è in pericolo», si legge nella lettera, «Come loro datori di lavoro, chiediamo il supporto ai nostri colleghi e segni inequivocabili che il governo proteggerà la libertà di stampa. Chiediamo perciò al governo americano di prendere provvedimenti urgenti e concreti per garantire la loro sicurezza».

Le scene di questi giorni all’aeroporto internazionale di Kabul, con migliaia di persone che cercano di mettersi in salvo sugli aerei delle delegazioni occidentali che stanno lasciando il Paese, hanno chiaramente dimostrato la paura e il caos in cui versa oggi l’Afghanistan. Sui social si moltiplicano intanto le richieste di aiuto per le giornaliste e i giornalisti afghani, da quella del Global Investigative Journalism Network a quella della Coalition for Women in Journalism. «Sono bloccato senza via di scampo a Kabul con mia moglie e mia figlia. Come me, anche centinaia di altri giornalisti sono bloccati qui. Ho una figlia di 11 mesi. Per favore pregate per la sua sicurezza», ha scritto lo scorso 15 agosto un giornalista di Radio Free Europe su Twitter: ieri ha aggiornato la sua condizione – «Stiamo bene, ancora bloccati, ancora nessun piano di evacuazione» – ma come lui sono in tantissimi a non sapere che ne sarà di loro nel nuovo Afghanistan dei Talebani.

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