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La storia del turista norvegese respinto dagli Stati Uniti per un meme su Vance sembrava falsa perché effettivamente lo era Non è stato rimpatriato per le foto salvate sul suo cellulare, ma semplicemente perché ha ammesso di aver consumato stupefacenti.
In Giappone è stato condannato a morte il famigerato “killer di Twitter” Takahiro Shiraishi è stato riconosciuto colpevole degli omicidi di nove ragazze. Erano tre anni che nel Paese non veniva eseguita nessuna pena capitale.
Per sposarsi a Venezia e farsi contestare dai veneziani Bezos ha speso almeno 40 milioni di euro Una cifra assurda che però non gli basta nemmeno per entrare nella Top 5 dei matrimoni più costosi di sempre.
È uscito il primo teaser di Bugonia, il film in cui Yorgos Lanthimos parla di alieni e complottisti Il film arriverà nella sale italiane a novembre e, secondo le prime indiscrezioni, potrebbe essere tra quelli in concorso a Venezia.
Anna Wintour ha annunciato che non sarà più la direttrice di Vogue America Ma ovviamente non ha alcuna intenzione di smettere di lavorare: resterà global editorial director di Vogue e la global chief content officer di Condé Nast.
Macron ha detto che vuole far diventare la musica elettronica francese patrimonio Unesco La musica elettronica l'abbiamo inventata noi. Solo noi abbiamo quel French Touch», ha detto, dando l'annuncio in un'intervista radiofonica.
Se c’è un posto che non soffrirà mai di overtourism è certamente il resort appena inaugurato da Kim Jong-un in Corea del Nord Il supremo leader ha partecipato alla cerimonia di apertura e si è divertito a guardare degli uomini che volavano giù dagli scivoli ad acqua.
È morta a 91 anni Lea Massari, la diva che abbandonò il cinema Dopo aver lavorato con i più grandi registi del cinema italiano, si ritirò a vita privata 30 anni fa e non tornò mai più a recitare. 

Giudici contro la municipale

Sospesa l'Area C a Milano per delibera del Consiglio di Stato. Cosa racconta questa storia?

26 Luglio 2012

E quindi ieri sera il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di un’autorimessa del centro di Milano che lamentava un danno economico dovuto all’esistenza di Area C. La sentenza ha spinto Giuliano Pisapia a sospendere con effetto immediato, già nella serata di ieri, il provvedimento che imponeva a tutti i tipi di veicoli il pagamento di 5 euro per l’ingresso al centro. Un provvedimento, fa bene ricordarlo, limpidamente sostenuto dalla cittadinanza che si era espressa a suo favore nel corso di un referendum a 5 quesiti, votato il 12 e 13 giugno 2011. Ora il Comune farà ricorso al Tar (che aveva già rigettato una precedente istanza del garagista) contro la sentenza ma il contro-parere del Tar, che con grande probabilità ristabilirà Area C, non arriverà prima di metà settembre.

Cosa racconta questa storia? Che il ricorso di un privato cittadino ha avuto più peso dell’opinione di una cittadinanza. Che non è sufficiente dimostrare un calo dell’inquinamento intorno al 30% nel Centro Storico (e del 40% di Black Carbon, il più dannoso elemento del Pm10) perché un provvedimento possa essere considerato nella “botte di ferro” delle norme di utilità pubblica. Che in Italia esiste un organo di garanzia che in questioni riguardanti il mercato si schiera chiaramente dalla parte del protezionismo. Che con ogni probabilità la situazione si evolverà comunque a favore di Area C, con il consueto gesto conviviale del tarallo e vino per cui oggi Organo X dà ragione a Tizio e domani Organo Y darà nuovamente ragione a Caio, così che alla fine tutti sentiranno di avere avuto le loro porzioni di ragione e di torto e proseguiranno a prendersi per i capelli, fino all’esaurimento delle reciproche nevrosi a passo di gambero, nel grottesco contesto dell’ “Agosto in città”. Che in giornate in cui sul nostro paese già piovono dal mondo notizie di un colore tendente al marrone, dal centro della sua capitale “morale”, ne giunge una che è l’ennesima conferma che quello di “società” è un concetto molto sfumato nella mente dei giuristi nostrani.

E che, in Italia, esiste un organo il cui modello originale pare sia un’equivalente istituzione francese creata all’epoca della dinastia Capetingia.

Si dice per ridere. O forse no.

Parlando di nevrosi, si registrano con una certa ulcera le consuete reazioni politiche che non tangono per nulla il tema in discussione (la sentenza, l’Area C, l’inquinamento, i commercianti) ma che, come d’abitudine, colgono la polemica al balzo per flettere i muscoli atrofizzati da mesi di austerity. In questo sport, si sa, una certa destra a Milano e non solo, si distingue molto bene. La stessa destra finto-liberista in economia che da mesi invece di invitare i negozianti a un miglioramento della competitività, si batte contro Area C in quanto la diminuzione delle auto in centro avrebbe diminuito i volumi di commercio. Del resto è risaputo, se non puoi parcheggiare il SUV in doppia fila di fronte al tabaccaio come le compri le sigarette? La stessa destra che adesso esulta come se la vittoria fosse la propria, dopo aver preso fiaschi per mesi con raccolte firme che non sono andate da nessuna parte. Dall’altra parte invece si assiste al consueto harakiri per cui, con l’assorbimento di questa sentenza, Pisapia, che è contestabile per alcune altre ragioni, avrebbe dimostrato definitivamente la propria non idoneità alla poltrona su cui siede. Dalle stelle alle stalle nel giro di un calendario ma quasi sempre per i motivi sbagliati. Molto tipico.

Per finire, questa storia racconta di un paese che non vuole diventare in alcun modo “grande” (che è il passo prima di Grande) e che non è disposto né nel micro, né nel macro a compiere i passi necessari. Tradotto in soldoni: il garage deve chiudere? Spiace per il proprietario e la sua famiglia, si spera ovviamente che abbiano sufficienti capitali e iniziativa per dedicarsi ad altro, ma purtroppo sono cose che succedono quando il mondo si evolve, quando una società si muove e sceglie nuove direzioni calcolandone i pro (diminuzione spesa medica, per esempio) e i contro (costi sociali della chiusura di alcune attività) .

Sapesse, signora mia, quanti amanuensi “a spasso” per “colpa” di Gutenberg.

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