Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Una mamma in America ha creato dei deepfake per vendicare la figlia cheerleader
Il mondo delle cheerleader è tutt’altro che spensierato e vanesio, come aveva dimostrato bene la serie Netflix Cheer, che ne aveva descritto i meccanismi e le storture. La storia che arriva in questi giorni dall’America, però, sembra superare quanto raccontato dallo show, che si concentrava sull’aspetto agonistico della disciplina e sui sacrifici degli atleti che la praticano. Secondo quanto riporta The Cut, infatti, una donna originaria della Pennsylvania avrebbe creato dei deepfake di alcune compagne minorenni della figlia cheerleader per screditarle online e “vendicarsi” di loro.
Raffaela Spone, cinquant’anni, è stata accusata di molestie informatiche ai danni di alcune ragazze che frequentavano la stessa scuola della figlia ed erano con lei nella squadra di cheerleader. I motivi dell’accanimento di Spone non sono ancora chiari, ma le famiglie delle giovani coinvolte hanno dichiarato che le molestie sono iniziate dopo che c’era stato un litigio tra le ragazze. Utilizzando la tecnica dei deepfake a partire da foto recuperate dai social, Spone ha creato e diffuso video e foto in cui le ex amiche della figlia apparivano mentre fumavano, bevevano o erano nude. Il materiale era solitamente accompagnato da commenti offensivi e violenti, alcuni che spingevano le ragazze a vergognarsi e suicidarsi.
Dopo la prima denuncia, più ragazze si sono fatte avanti: attraverso l’analisi dei video e delle foto, la polizia è così risalita a Spone. Una delle presunte vittime, una diciassettenne che dice di aver ricevuto messaggi che le intimavano di togliersi la vita, ha detto a un giornale locale della ABC: «Mi è capitato di ricevere commenti di odio sui social, ma mai niente di così estremo, ero davvero sconvolta. Mi sono chiesta “Ma chi è che dice queste cose a un’altra persona?”… “Chi è che pensa che sia accettabile?”… Più che intristirmi mi ha fatto arrabbiare». Spone ha negato tutte le accuse, mentre per ora non ci sono prove che la figlia fosse a conoscenza delle azioni della madre.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.