Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Quali sono gli artisti più googlati nel mondo, Paese per Paese
In questo primo anno di pandemia, le mostre, le gallerie e i musei hanno dovuto modificare, interrompere o annullare del tutto i loro programmi. Le esibizioni, le fiere e le aste si sono trasferite online e sono nate diverse iniziative, tra cui il podcast Artefatti, di cui parlavamo qui, per supplire all’impossibilità di visitare fisicamente i luoghi deputati alla divulgazione dell’arte contemporanea. In questo nuovo scenario, al tempo stesso inquietante e stimolante, dominato da un’arte fruibile soprattutto online, il virtuale ha acquisito un ruolo fondamentale. Si parla ormai da settimane di record negli acquisti di arte contemporanea effettuati pagando con criptovaluta, la prova definitiva che il settore, per salvarsi, si stia spostando in un’altra dimensione. Come segnala Design Taxi, anche il negozio inglese di belle arti Ken Bromley Art Supplies ha voluto in qualche modo dimostrare di essere al passo coi tempi effettuando (qui) una raccolta dati che risponde alla domanda: se ci fosse un museo dedicato al lavoro degli artisti più famosi del mondo, chi includerebbe?
Il negozio si è basato sui nomi più cercati su Google (un criterio abbastanza discutibile) e ha creato una serie di mappe che illustrano gli artisti “più cercati su Google”, appunto, in ogni Paese, facendo affidamento sui risultati di Google Keyword nel febbraio 2021. Ai primi posti, e quindi tra i più googlati, ci sono Leonardo da Vinci (82 nazioni), Frida Kahlo (29 naioni) e Pablo Picasso (24 nazioni). Per non rovinarci la giornata vogliamo pensare che le persone che popolano l’Inghilterra, l’Irlanda, la Francia e i Paesi dell’est Europa e dell’Asia nordorientale cerchino tante volte Banksy per capire come si scrive e non certo perché sia il loro artista preferito.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.