Ho conosciuto Brian Phillips, come scrittore, una decina di anni fa, quando scriveva su The Run of Play, un blog di sua proprietà dedicato, principalmente, ad articoli sportivi. Dico articoli sportivi perché l’argomento di fondo era il calcio, ma questo nocciolo calcistico stava, spesso, davvero in fondo all’articolo – in senso di profondità, non di posizionamento nella struttura. Spesso il calcio, per Phillips, era soltanto un punto di partenza per lasciare libera la scrittura.
Dopo che il Bayern allenato da Guardiola, nel maggio 2013, sconfisse il Barcellona, la sua ex squadra , Phillips si inventò una finta e-mail completamente assurda dell’allenatore catalano a Xavi, allora il capitano del Barça, che iniziava così: «Ciao, caro amico, ogni tanto mi dico che il tempo non è altro che il vento che trasporta i semi dei denti di leone. Iniziamo in un posto, un fiore dorato, ma i mesi e gli anni ci conducono dove vorranno». Questa premessa, pur lontana nel tempo, penso dia una vaga idea, o un sentimento, di cosa si può trovare dentro Le civette impossibili. Che è, in fondo, una raccolta di articoli, ma non articoli come siamo abituati a intenderli, e nemmeno reportage.
A ottobre mi è capitato di leggere due libri usciti da poco per certi versi simili, per certi versi opposti. Uno è Apparizioni di Andrea Gentile (Nottetempo); l’altro In autunno di Karl Ove Knausgård (Feltrinelli). Il libro di Gentile è una divagazione letteraria che procede per collegamenti e associazioni di idee. Il tema è quello delle coincidenze e delle “apparizioni” appunto; vette di rivelazione che vengono raggiunte casualmente nel corso di giorni apparentemente insignificanti. L’andamento è circolare, procede per aneddoti, che si legano e vengono spiegati da una ricchissima collezione di citazioni letterarie, scientifiche, artistiche, cinematografiche.
Adorazione è il primo romanzo di Alice Urciuolo, che di mestiere fa la sceneggiatrice e che ha lavorato a una delle serie più interessanti degli ultimi anni, Skam Italia. Per il suo esordio narrativo, la scrittrice ventiseienne ha scelto di raccontare la storia di un gruppo di ragazzi in fondo non troppo dissimili da quelli romani di Skam, se non fosse che i protagonisti di Adorazione vivono a Pontinia, in provincia di Latina, e che oltre alle consuete sfide che l’adolescenza comporta, hanno assistito impotenti all’omicidio di una loro coetanea, uccisa dal fidanzato. La morte di Elena è il filo conduttore delle vite delle giovani protagoniste, Diana che vuole diventare neurologa ma nel frattempo ha scoperto che effetto fanno (sui maschi) i selfie su Instagram, Vanessa che «è bellissima, ma non dice niente» e che ha un fidanzato ricco con il vizio di fare battute sul Duce, Vera che sente la mancanza del padre ma si è costituita l’immagine di ribelle. Attorno a loro si muovono amici, fratelli, genitori, sconosciuti che le contattano in chat. Nel corso della storia l’adorazione, quella dei genitori verso le loro figlie, quella fin troppo reale dei fidanzati e quella fittizia dei social, prende la forma vischiosa della noiosa vita in provincia, dove tutti si conoscono ma nessuno parla, tanto meno di com’è morta Elena. L’adorazione è una melassa di convenzioni che ricopre i rapporti tra maschi e femmine, tra giovani e adulti, e che rende ordinario anche un omicidio. Urciolo racconta, senza morale, una storia molto italiana e lo fa soprattutto con i dialoghi, le chat e i pensieri delle sue ragazze, le quali affrontano da sole un trauma che è collettivo. (Silvia Schirinzi)
Anne Boyer, Non morire (La nave di Teseo) Trad. di Viola Di Grado
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