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Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.

La storia dell’articolo del New Yorker definito come il migliore articolo mai scritto

07 Luglio 2020

Quando un nuovo numero del New Yorker (qui il nostro pezzo sul centenario della rivista) arrivò nelle edicole, il 6 agosto del 1946, la copertina presentava una scena da picnic generica, con persone che prendevano il sole, facevano escursioni, cavalcavano. Le prime pagine contenevano le solite pubblicità di calze e abbigliamento da donna, ma c’era qualcosa di diverso, e unico: l’intero numero era dedicato a una storia, lunga 68 pagine, scritta dal corrispondente di guerra e romanziere John Hersey. «Alle otto e un quarto del 6 agosto del 1945, nel momento in cui la bomba atomica balenò sopra Hiroshima, Miss Toshiko Sasaki, un impiegata, si era appena seduta al suo posto nell’ufficio dello stabilimento, voltandosi per parlare con la ragazza alla scrivania accanto». “Hiroshima”, questo il titolo, è stato definito da allora uno dei migliori articoli mai scritti. Literary Hub ne ha raccontato la storia.

John Hersey, a 31 anni, aveva già vinto un premio Pulitzer. Diversi mesi dopo che la prima bomba atomica fu lanciata su Hiroshima nell’agosto del 1945, aveva menzionato di aver scritto qualcosa al riguardo al suo editore newyorkese, William Shawn. Hersey, nato in Cina da missionari protestanti, dopo aver già coperto la guerra del Pacifico per alcune testate, immaginò un articolo che documentasse il potere della nuova bomba. Alla fine decise che si sarebbe concentrato su ciò che accadeva, non sugli edifici, ma sugli umani. In quel momento, poi, a quasi un anno di distanza, nessuno aveva ancora toccato l’argomento, né attraverso la scrittura, né con qualsiasi altro mezzo di informazione,

New Yorker, numero del 6 agosto 1946

Il suo articolo avrebbe dovuto partire dalla voce delle persone, raccontare i risvolti psicologici di un disastro terribile. Così, arrivato a Hiroshima nel maggio del 1946, intervistò diverse decine di sopravvissuti, prima di stabilire quei sei che avevano le storie più potenti: due medici, un prete cattolico, un ministro metodista e due donne lavoratrici. Hersey aveva assistito alla devastazione della guerra molte volte prima, ma Hiroshima era diversa: «Queste rovine erano state create da un’arma in un istante», scrisse. In un momento soltanto, sia all’esterno, che all’interno della vita. E se Hersey lo percepiva ancora nella città nove mesi dopo, come deve averlo vissuto la gente che era lì in quel momento? In una nota ai lettori, i redattori spiegarono di aver compiuto quella scelta convinti che «le persone devono conoscere cosa implichi distruggere una città, con una nuova arma, in così poco tempo». Tutte le copie vennero esaurite. Il sindaco di Princeton, nel New Jersey, chiese a tutti i residenti di leggerlo. Tutt’ora è considerato uno dei migliori articoli mai scritti.

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