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Stasera La chimera di Alice Rohrwacher arriva per la prima volta in tv, su Rai 3 Un film d'autore per festeggiare l'apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2025.
Emma Stone, che in Bugonia interpreta una donna accusata di essere un alieno, crede nell’esistenza degli alieni E ha spiegato anche perché: lo ha capito guardando la serie Cosmos di Carl Sagan.
Miley Cyrus è diventata la prima celebrity a fare da testimonial a Maison Margiela La campagna scattata da Paolo Roversi è una rivoluzione nella storia del brand.
Andrea Laszlo De Simone ha rivelato la data d’uscita e la copertina del suo nuovo album, Una lunghissima ombra Lo ha fatto con un post su Instagram in cui ha pubblicato anche la tracklist completa del disco.
Il Van Gogh Museum di Amsterdam rischia la chiusura a causa di lavori di ristrutturazione troppo costosi Lo dice il museo stesso: servono 121 milioni di euro per mettere a posto la struttura. Il Van Gogh Museum pretende che a pagare sia il governo olandese. Il governo olandese non è d'accordo.
C’è grande attesa attorno a The Voice of Hind Rajab, il film che potrebbe essere la sorpresa di questa Mostra del cinema Per i nomi che lo producono, per il regista che lo dirige e soprattutto per la storia vera che racconta: quella di una bambina di 6 anni, morta a Gaza.
La stylist di Julia Roberts non vuole rivelare il brand del cardigan con la faccia di Luca Guadagnino Il misterioso cardigan indossato dall'attrice al suo arrivo a Venezia è già diventato l'oggetto del desiderio della Mostra del Cinema.
In Corea del Sud è stata approvata una legge che vieta l’uso dello smartphone a scuola a tutti gli studenti È una delle più restrittive del mondo ed è stata approvata dal Parlamento con una larga maggioranza bipartisan.

WikiLeaks e rivolte arabe

29 Aprile 2011

Nulla di nuovo sul fronte occidentale. Qui da noi ce lo siamo detti e ridetti, quando è scoppiata la cosiddetta bomba di WikiLeaks: nessuna bomba, nulla che già non si sapesse. Era forse un segreto che Berlusconi ama i party ed è particolarmente amico di Putin? Era forse un segreto che Robert Mugabe è stato un “disastro economico” (ah gli eufemismi dei diplomatici) per lo Zimbabwe? Era forse un segreto che i Paesi arabi sono terrorizzati dall’atomica iraniana? Per essere al corrente di questi fatti non c’era alcun bisogno di Assange, bastava leggere (e neppure con troppa attenzione) Limes o Internazionale.

Ma sul fronte orientale, le cose cambiano. Se osserviamo l’effetto WikiLeaks nei Paesi arabi scopriamo che pure lì, tutto sommato, la gente (o, meglio, un certo tipo di gente colta e bene informata) non è rimasta gran che stupita dalle rivelazioni di Assange. La differenza, piuttosto, era che prima d’allora in quei Paesi dove la libera stampa è poco più di un’utopia, nessuno era abituato a vedere quelle verità, ovvie o meno, discusse nella pubblica piazza. La bomba è scoppiata, con un effetto liberatorio ai limiti del piacere dionisiaco, perché per la prima volta i cittadini, abituati a sorbirsi le retoriche di regime sempre più astruse dalla realtà e senza il minimo contraddittorio, si sono ritrovati in panciolle a guardare servizi di al-Jazeera che dicevano, nero su bianco: il re è nudo.

Prendiamo la reazione di Sandmonkey, star della blogosfera egiziana, nonché uno dei protagonisti della rivolta anti-Mubarak (sequestrato e menato dalla polizia, sito oscurato, finché ha potuto ha inondato il mondo di informazioni grazie a un twitter pirata via Giordania). Per lui le rivelazioni di Assange sono state come un “bel Karma in azione”: “Grazie a WikiLeaks mi sono sentito come un bambino che per la prima volta poteva ascoltare i discorsi dei grandi. Per anni ho aspettato il momento in cui la retorica araba si sarebbe scontrata con la realtà, e adesso ci sono le prove che l’Egitto sta aiutando Israele nell’isolare Hamas, che Mubarak non nutre altro se non il disgusto più totale nei confronti dei Fratelli Musulmani, e che l’intera regione araba non ne può più delle menzogne iraniane e vedrebbe di buon grado un Iran disarmato, o addirittura bombardato dagli Usa o da Israele.”

Ora, Sandmonkey era uno di quelli che queste cose le scriveva sul suo blog da anni. Ma allora perché tanto entusiasmo? Perché descrivere WikiLeaks come “un momento di gloria per il mondo arabo”? Perché “la dicotomia tra la retorica e le azioni [dei regimi arabi] è stata finalmente smascherata davanti al popolo. Told you, it was glorious!”. E ancora: “Adesso i governi arabi non sanno che pesci pigliare. Senza volere, Assange ha obbligato la Realpolitik del mondo arabo a fare un enorme passo avanti verso il presente.” Adesso è forse un po’ tardi per chiedersi se la bomba WikiLeaks ha svolto, direttamente o indirettamente, un ruolo determinante nello scatenare le piazze arabe. Certo è che, in tempi ancora non sospetti, Sandmonkey scriveva: “Avvisatemi quando scoppia la Terza guerra mondiale. Il pop corn lo offro io”

Tratto dal numero 1 di Studio

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