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Skims sta inviando soldi via PayPal a centinaia di clienti senza dare alcuna spiegazione Tutto è cominciato con un tiktok, a cui ne sono seguiti decine e decine. Adesso, gli investigatori di internet stanno cercando di svelare il mistero.
La storia della chiusura del Museo del Fumetto di Milano non è andata proprio come si era inizialmente raccontato Un articolo di Artribune ha svelato che nella chiusura c'entrano soprattutto mancati pagamenti e gestione inefficace, non la cattiveria del Comune.
David Fincher vuole salvare Mindhunter trasformandola in una trilogia di film Lo ha rivelato l'attore Holt McCallany, uno dei due protagonisti della serie. A suo dire, ci sarebbero degli sceneggiatori già al lavoro.
Una delle analisi più sensate della guerra tra Israele e Iran l’ha fatta Jafar Panahi su Instagram Il regista ha postato un lungo messaggio, in cui condanna sia il governo israeliano che il regime iraniano.
La Juventus era nello Studio Ovale mentre Trump parlava dei destini del mondo La visita della squadra alla Casa Bianca probabilmente verrà ricordata come una delle scene più surreali della storia del club italiano.
Netflix trasmetterà in streaming TF1, il canale televisivo più seguito in Francia È il primo accordo di questo tipo firmato dalla piattaforma streaming. Non sarà l'ultimo, visti i recenti cambiamenti nella politica aziendale di Netflix.
Nel Regno Unito c’è la moda di andare a farsi le punturine di filler nei bagni pubblici Sempre più persone prendono appuntamento via social per un ritocchino low cost nelle toilette pubbliche, con rischi enormi per la salute.
Nanni Moretti ha raccontato i primi dettagli del suo prossimo film Si intitolerà Succederà questa notte, sarà un adattamento di una raccolta di racconti di Eshkol Nevo e i protagonisti saranno Jasmine Trinca e Louis Garrel.

Nei corridoi di un ospedale abbandonato

Dopo la polemica sull'ex sanatorio Carlo Forlanini di Roma per una sua riapertura durante l’emergenza, una serie di scatti di Guido Gazzilli ne mostra lo stato attuale.

di Studio
24 Maggio 2020

Fuori dalle pagine che l’hanno romanticizzata nell’Ottocento, quando Mimì, nella Bohème, si assopiva accanto all’amato prima di congedarsi dal mondo – molte persone allora credevano causasse sensazioni di euforia note come “speranza del consunto” –, la tubercolosi continuò il proprio percorso attraverso i secoli. Tanto che in Italia, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, le ripercussioni sociali ed economiche di una malattia che falcidiava soprattutto gli operai delle fabbriche furono enormi. Proprio per questo, attraverso un contributo iniziale di 3 milioni di lire, in soli quattro anni (dal 1930 al 1934), venne realizzato quello che fu definito il più grande ospedale del mondo dedicato esclusivamente alle malattie polmonari: il Forlanini di Roma, tornato durante l’emergenza Coronavirus al centro del dibattito politico circa una sua possibile riapertura.

Inizialmente chiamato Sanatorio Benito Mussolini, e successivamente intitolato al medico inventore del pneumotorace che salvò numerosi tubercolotici, Carlo Forlanini, si tratta di un complesso di 280 mila mq con planimetria a ferro di cavallo, unica in Italia, con l’idea non solo di riprodurre il sistema respiratorio umano, ma soprattutto di assicurare aria e luce per le camere dei circa 2 mila decenti previsti all’epoca: in grado di spostarsi da una stanza all’altra attraverso una lunghissima balconata, e potendo così godere di aria e sole. Lungo i viali, inoltre, vennero piantate numerose tipologie diverse di alberi, dal Ginkgo Biloba a rare specie di palme. E poi cliniche, laboratori, un osservatorio anatomico, una scuola, una stazione radio, teatri, cinema, sale di lettura, due chiese: tutto per ricreare una città dentro alla città, un microcosmo in cui i pazienti avrebbero potuto provare a vivere, come si dice oggi, una “nuova normalità”.

Alcuni medici dell’Ospedale San Camillo di Roma, in cui 5 anni fa sono state trasferite le ultime residuali attività assistenziali del Forlanini (dopo essere stato lasciato in stato di abbandono per anni, venne chiuso definitivamente nel 2015 per i tagli alla Salute), cercando di spiegare come il vasto complesso non avrebbe potuto rispondere ai requisiti strutturali e organizzativi necessari per combattere il virus, hanno avvisato di non farsi “prendere dalla nostalgia” dell’edificio. La stessa che Guido Gazzilli ha catturato nella sua serie di scatti, mostrando l’azione corrosiva del tempo tra le stanze, i corridoi, sulle scrivanie, le camere da letto, le panche della chiesa. Perché è il fascino non fascino di alcuni luoghi, ricordati in virtù del significato e del ruolo svolto durante la loro epoca. Di quello che assumono e, nel caso del Forlanini, potrebbero assumere oggi.

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