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Milano ha respinto il convegno sulla remigrazione organizzato dall’estrema destra Era in programma il 17 maggio ma a causa delle proteste gli organizzatori sono stati costretti ad annullare e remigrare altrove.
Anche quest’anno all’Eurovision sta succedendo un casino attorno alla cantante israeliana Proteste, denunce, tentativi di boicottaggio, minacce, fischi veri e registrati: per Yuval Raphael l'Eurovision è iniziato così.
Cosa ha detto il primo testimone sentito nel processo contro Diddy Il rapper è accusato, tra le altre cose, di sfruttamento della prostituzione in un processo appena iniziato a New York.
Gérard Depardieu è stato condannato per violenza sessuale Diciotto mesi, con pensa sospesa, per violenze ai danni di due donne durante le riprese del film Les Volets Verts, nel 2021.
Il Festival di Cannes ha vietato il naked dress «per motivi di decoro» E pure le tote bag, gli zaini e i borsoni grossi, sul red carpet e in tutti gli spazi dell'evento.
L’Eliseo è stato costretto a smentire il fatto che Macron stesse tirando cocaina con Merz e Starmer Fake news diffusa su Telegram anche dalla portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.
Grazie alla serie Netflix sono ripartite le ricerche sulla famiglia di Héctor G. Oesterheld, il desaparecido autore dell’Eternauta I suoi nipoti, scomparsi 50 anni fa, potrebbero essere ancora vivi, hanno rivelato due associazioni.
Il litigio tra Elio Germano e il ministro Giuli non finisce più Va avanti ormai da quasi una settimana, dal giorno dei David di Donatello, e nessuno dei due sembra avere intenzione di arrendersi.

Come il Coronavirus cambierà le Lonely Planet

14 Aprile 2020

Dal 1973, anno della sua fondazione, ha accompagnato milioni di viaggiatori nel mondo ed è stata per molti il compagno inseparabile dei viaggi all’estero. Con l’avvento di internet il suo ruolo è cambiato e ha subito molte trasformazioni, ma la guida Lonely Planet è ancora oggi uno di quegli oggetti di cui molti viaggiatori non sanno fare a meno: a volte non riusciamo a leggerla tutta prima di partire, finendo per cercare le cose su Google, ma comprarla è ancora il primo passo verso un posto lontano.

Come segnala il Guardian, però, anche la casa editrice si trova oggi ad affrontare le ripercussioni dell’emergenza Coronavirus. La scorsa settimana Lonely Planet ha infatti annunciato la chiusura della sede di Melbourne e della maggior parte degli uffici di Londra, della sua rivista e della divisione Trade and Reference. Le guide continueranno a essere pubblicate attraverso gli uffici di Dublino e quelli del Tennessee, ma l’azienda andrà incontro a inevitabili tagli e ristrutturazioni interne. Il turismo e di conseguenza l’industria aeronautica, d’altronde, sono stati tra i primi settori a essere colpiti dai disastrosi effetti della pandemia in corso.

La Lonely Planet sull’India del 1981, che è diventata un best seller

Oggi Lonely Planet è il più importante editore di viaggi al mondo e rappresenta il 31,5 per cento del mercato globale delle guide turistiche. La sua storia inizia negli anni ’70 proprio a Melbourne, come ha raccontato Paula Hardy, anche lei autrice di molte guide, sempre al Guardian: «Fu a Melbourne che i co-fondatori Tony e Maureen Wheeler aprirono un negozio nel 1973 dopo aver terminato il loro epico viaggio via terra da Londra attraverso l’Asia fino all’Australia. Pubblicarono un racconto di quel viaggio in Across Asia on the Cheap, un volume con mappe disegnate a mano e l’ormai famigerato logo, progettato da Tony. Vendette 1.500 copie. Incoraggiati dal suo successo, i Wheeler lo seguirono con guide in Nepal, Africa, Nuova Zelanda e Nuova Guinea». A decretarne il decennale successo, però, fu la guida scritta nel 1981 sull’India, che è diventata un best seller e l’elemento fisso dei moltissimi giovani occidentali che in quegli anni si avventuravano alla scoperta del Paese con la loro Lonely Planet nello zaino.

Non è la prima volta, però, che la popolare guida si trova ad affrontare difficoltà economiche e shock di questo tipo: era già successo dopo l’11 settembre e dopo lo tsunami del 26 dicembre 2004, che devastò larghissime porzioni di Sud Est Asiatico. Ha anche attraversato due vendite (prima alla Bbc nel 2007 e poi alla americana NC2 Media nel 2013) e subito i contraccolpi della diffusione dei grandi motori di ricerca, sebbene già nel 1994 Lonely Planet avesse aperto il suo primo blog, intuendo le potenzialità di internet, ben cinque anni prima che la parola fosse ufficialmente coniata. Proprio queste esperienze passate, secondo Hardy, fanno ben sperare per il suo futuro.

Nel 2004, d’altra parte, grazie ai suoi autori sparsi nelle aeree del disastro, la casa editrice mise in piedi un vademecum di supporto alle organizzazioni locali che si occupavano della tragedia direttamente sul territorio, aprendo una sezione sul sito dove si trovavano domande a risposte come “Come posso aiutare?”, “Quando potrò tornare?”, “Come faccio a ripartire?”. Queste sono le stesse domande che Lonely Planet si sta facendo oggi, anche in virtù del fatto che ha sempre continuato a commissionare i viaggi ai suoi autori per riscrivere e aggiornare le guide, cosa che come sappiamo è diventata sempre più rara nel mondo dei media. «Non credo che l’attuale crisi stia per porre fine al ruolo della guida tradizionale, sia in formato cartaceo che in quello digitale. Ho già ricevuto le nuove guide Lonely Planet per i viaggi che avevo intenzione di realizzare entro la fine dell’anno», ha detto il fondatore Tony Wheeler.

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