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Alle Maldive c’è una coppia intrappolata in un viaggio di nozze eterno
Travolti da un insolito destino nell’azzurro Oceano Indiano. È quanto accaduto a Olivia e Raul De Freitas, una coppia sudafricana costretta a rimanere su una delle isole delle Maldive, in cui si erano recati il 22 marzo per un viaggio di nozze che sarebbe dovuto durare solo sei giorni. Nonostante nutrissero preoccupazioni circa il volo a causa delle restrizioni sui viaggi per il Coronavirus, la prenotazione non era stata cancellata. «Andate e divertitevi, nel caso dovessero esserci problemi come cittadini sudafricani non avrete problemi a tornare subito a casa», aveva assicurato l’agente di viaggi. E così sono partiti, e dopo tre giorni tutti gli aeroporti in Sud Africa sono stati chiusi, e i voli di rientro cancellati.
Come riporta il New York Times che ha raccontato la storia del loro viaggio di nozze prolungato, mentre tutti gli altri ospiti dei bungalow del resort hanno preso gli ultimi voli per i rispettivi Paesi, Silvia e Raul non ci sono riusciti. «Hanno anche pensato di prendere il motoscafo, che di solito si affitta per un’ora, caricarlo di valigie e cercare via mare l’aeroporto più vicino su qualche isola. Ma quando hanno scoperto che se in aeroporto non avessero trovato alcun volo non sarebbero probabilmente stati autorizzati a tornare al resort, hanno deciso di arrendersi», e rimanere in vacanza. Per questo hanno deciso di rivolgersi all’ambasciata sudafricana più vicina, quella in Sri Lanka, per chiedere aiuto, ma un funzionario ha spiegato loro che l’unica opzione per tornare a casa sarebbe stata quella di noleggiare un jet privato a proprie spese, per almeno 104 mila dollari da dividere tra tutti gli altri 40 sudafricani sparsi e bloccati tra gli atolli delle Maldive: ma non sono riusciti a contattarli tutti. E tra quelli che hanno chiamato quasi nessuno era disposto a spendere così tanto.
Così dal 28 marzo la neo famiglia De Freitas è stata l’unica coppia presente al Cinnamon Velifushi Maldives, obbligando lo staff del resort a essere al lavoro per motivi assicurativi, a causa della loro presenza. «Ma il personale l’ha presa bene», scrive il Nyt. «Erano lì con loro e non avevano nient’altro da fare. E quindi rifacevano la stanza 5 volte al giorno, preparavano cene gourmet, organizzavano spettacoli soltanto per la coppia, in nove camerieri servivano la colazione», mentre il costo del pernottamento crescevaogni giorno. «Chiunque vorrebbe rimanere bloccato su un’isola tropicale. Ma la verità è che si sta trasformando in un incubo logistico», ha detto la donna. Domenica 5 aprile, intanto, l’ambasciata li ha costretti a spostarsi in un altro resort che sta raccogliendo tutti gli altri sudafricani rimasti alle Maldive per poter organizzare un volo privato di ritorno. Come scrive il New York Times, in pochi ne sono stati entusiasti.

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