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Nel numero di Vogue America di agosto c’è anche una modella creata con l’intelligenza artificiale È la prima volta che succede. O, almeno, è la prima volta che i lettori se ne accorgono.
La Casa Bianca è arrabbiatissima con South Park per una scena in cui Trump vuole fare sesso con Satana E anche per il fatto che il Diavolo sottolinea la scarsa virilità del Presidente e lo prende in giro per la sua tendenza a fare causa a tutti.
Un documentario Netflix ha portato alla riapertura dell’indagine sulla morte dell’ex moglie di Bertrand Cantat Inizialmente ritenuto un suicidio, ora si indaga sulla possibilità che l'ex Noir Desir, già condannato per la morte dell'attrice Marie Trintignant, abbia indotto la donna a uccidersi.
Macron ha annunciato che a settembre la Francia riconoscerà ufficialmente lo Stato di Palestina Una decisione storica: la Francia diventa così il primo Paese del G7 a sostenere la legittimità dello Stato palestinese.
Jeremy Corbyn ha fondato un nuovo partito ma c’è già un problema: non si capisce come si chiama In molti si sono convinti che si chiami Your Party, ma quello in realtà è solo il nome del sito per iscriversi al partito.
Berghaus ha rifatto la Meru Jacket, la giacca resa famosissima da Liam Gallagher Dopo quasi 30 anni da quel concerto a Oslo, torna il "modello Oasis", negli stessi identici colori.
Dire a una persona che quello che ha scritto sembra scritto dall’AI adesso è un’offesa e si chiama AI shaming Ed è anche un insulto classista, come si legge in un paper appena pubblicato e dedicato a questa delicata questione.
Montmartre è diventata la capitale dell’odio antituristico in Francia I residenti denunciano la “disneyficazione” del loro quartiere, preso d’assalto da un numero di turisti senza precedenti.

Il sinistro luna park di Lizzie Fitch e Ryan Trecartin

Gli artisti americani hanno trasformato gli spazi della Fondazione Prada in un'esperienza immersiva che impone un percorso da seguire.

di Studio
05 Aprile 2019

Se una grande, brillante mecenate come Miuccia Prada vi desse carta bianca – e un budget considerevole – per realizzare un progetto artistico da mostrare all’interno della sua Fondazione, che cosa vi inventereste? Ryan Trecartin e Lizzie Fitch hanno deciso di trasferirsi per più di due anni ad Athens, nella campagna dell’Ohio, e raccontare il loro “esperimento” con una mostra. Originari dell’Indiana e del Texas, entrambi classe 1981, Fitch e Trecartin collaborano dal 2006, anno in cui hanno esposto insieme alla Whitney Biennal di New York, la città dove normalmente vivono. Le loro opere sono contraddistinte dall’accostamento degli strani film di Trecartin, che mescolano dinamiche da reality show, slogan pubblicitari e dialoghi da sit-com e di complicati sistemi di scenografie autoportanti. Anche nel cuore di Whether Line, la mostra alla Fondazione Prada, aperta al pubblico dal 6 aprile al 5 agosto, c’è un video delirante popolato da assurdi personaggi travestiti, montato con un ritmo serrato (una caratteristica dei film di Trecartin) da guardare cullandosi sulle sedie a dondolo disposte davanti allo schermo.

Immagine della mostra “Lizzie Fitch | Ryan Trecartin: Whether Line”, Fondazione Prada, 2019, foto di Andrea Rossetti, courtesy Fondazione Prada

Fin dall’ingresso la mostra si presenta come percorso univoco e in parte forzato che guida verso il film. Dopo una lunghissima gabbia che attraversa il cortile, ci si trova immersi nella simulazione sonora di un temporale e davanti a un grande edificio di legno dotato di torre di guardia, in cui si è invitati a entrare. È come un luna park ma sottilmente inquietante, perché ci costringe a camminare in corridoi guidati da strutture di limitazione e reclusione. Una visione, quella della struttura in legno dentro a un grande spazio chiuso, che in qualche modo rimanda alla costruzione dell’Arca di Noé, e quindi al mito della fondazione di una nuova civiltà che riparta da zero. Il concetto esplorato da Fitch e Trecartin nel corso della loro lunga immersione nella campagna americana – un’immersione raccontata nella mostra attraverso i materiali, gli effetti sonori, le sculture e diverse installazioni video che trasformano immagini tratte dalla realtà in frame che sembrano tratti dai videogiochi – è l’idealizzazione della condizione rurale e quindi l’instabilità intrinseca in ogni territorio.

Come osservato da Fitch, «il set di Athens è molto diverso dai [nostri set] precedenti per vari motivi. In primo luogo per il legame con gli spazi aperti, tanto che anche l’interno instaura una forte relazione con ciò che c’è fuori. In secondo luogo, è unico perché è costruito per durare nel tempo, non è solo finzione. Vogliamo capire come rendere lo spazio accessibile ai visitatori. La nostra visione a lungo termine include un piccolo programma di residenze che prevede la possibilità di vivere e lavorare in questo luogo unico». Ryan Trecartin aggiunge: «l’ambientazione ci ha fatto riflettere sul film in termini più ampi di quanto abbiamo mai fatto prima. A causa del brutto tempo i lavori di costruzione sono andati a rilento rispetto ai programmi. Alla fine, per questa parte di riprese abbiamo dovuto girare accanto all’edificio e modificare molte delle idee che avevamo immaginato su come utilizzare il set. Abbiamo avuto anche tanti problemi con i vicini. Da qui sono nati i contenuti che riguardano i concetti di territorio e proprietà e che si sono poi mescolati alle prime idee che stavamo già esplorando. L’atmosfera del film è diventata più cupa sotto molti aspetti… anche se in realtà le difficoltà e gli ostacoli che abbiamo dovuto affrontare sul campo sono stati un enorme regalo, perché ci hanno consentito di ampliare la struttura concettuale del progetto».

Immagine della mostra “Lizzie Fitch | Ryan Trecartin: Whether Line”, Fondazione Prada, 2019, foto di Andrea Rossetti, courtesy Fondazione Prada

Il progetto è accompagnato dalla prima retrospettiva completa che riunisce 21 film di Ryan Trecartin, “The Movies”, presentata dal 6 aprile al 30 settembre al Cinema della Fondazione Prada in tre programmi che seguono l’ordine cronologico dei film.

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