Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Il nuovo progetto di Christo è impacchettare l’Arco di Trionfo
L’artista Christo, 83 anni, tornerà a impacchettare un monumento importante: un’operazione che non faceva dal 2009, anno della morte di sua moglie, che per tutta la vita è stata anche la sua partner artistica. Nati lo stesso giorno del 1935, i due hanno vissuto per diversi anni a Parigi, per poi stabilirsi a New York nel 1964, dove sono rimasti fino alla morte di Jean Claude, il 18 novembre del 2009. Come annunciato dal New York Times, Christo ha da poco ricevuto il permesso di avvolgere l’Arco di Trionfo di Parigi dal 6 al 19 aprile del 2020. Per “L’Arc de Triomphe, Wrapped (Project for Paris, Place de l’Étoile-Charles de Gaulle),” il monumento verrà coperto con un tessuto di polipropilene riciclabile di colore azzurro-argento, avvolto da circa 7 chilometri di corda rossa. L’evento coinciderà con una mostra al Centro Pompidou, in programma dal 18 marzo al 15 giugno, che ripercorre i primi anni di Jeanne-Claude e Christo a Parigi, dove si conobbero nel 1958, quando lui si trasferì in città dopo i suoi studi in Bulgaria.
Tra le altre cose, Christo e Jean Claude hanno impacchettato il Museo d’arte di Berna (il loro primo “impacchettamento”, nel 1968), il palazzo del Reichstag di Berlino e il monumento a Vittorio Emanuele in Piazza Duomo di Milano. Proprio a partire da questa settimana, in occasione dell’Art Week, a Milano è comparsa un’opera che richiama gli interventi urbanistici di Christo: l’artista ghanese Ibrahim Mahama (classe 1987), ha coperto i caselli daziari di Porta Venezia con un “patchwork” di sacchi di juta. Presentata dalla Fondazione Trussardi, l’opera di Mahama è anche una bella occasione per riconoscere l’influenza del lavoro di Christo e Jean Claude sulle nuove generazioni di artisti.

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