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Shein ha usato un modello AI uguale a Luigi Mangione in una pubblicità ma è stata subito costretta a rimuoverla È durata poco, molto poco, la prima volta di Luigi Mangione come testimonial di una multinazionale (a sua insaputa).
Sulla Global Sumud Flotilla c’è anche la scrittrice Naoise Dolan «Qualunque cosa accada sulla barca non potrà causarmi più disperazione di quanta ne provocherebbe il non fare nulla», ha detto.
Chloe Malle è la nuova direttrice di Vogue Us Figlia dell'attrice Candice Bergen e del regista francese Louis Malle, dal 2023 era direttrice del sito di Vogue, dove lavora da 14 anni.
Anche la più importante associazione di studiosi del genocidio del mondo dice che quello che sta avvenendo a Gaza è un genocidio L'International Association of Genocide Scholars ha pubblicato una risoluzione in cui condanna apertamente Israele.
La standing ovation più lunga di Venezia l’ha presa The Rock Per il suo ruolo in The Smashing Machine, il biopic sul lottatore Mark Kerr diretto da Benny Safdie.
Il Ceo di Nestlé è stato licenziato per aver nascosto una relazione con una sua dipendente Una «undisclosed romantic relationship» costata carissimo a Laurent Freixe, che lavorava per l'azienda da 40 anni.
La turistificazione in Albania è stata così veloce che farci le vacanze è diventato già troppo costoso I turisti aumentano sempre di più, spendono sempre di più, e questo sta causando gli ormai soliti problemi ai residenti.
Nell’assurdo piano di Trump per costruire la cosiddetta Riviera di Gaza ci sono anche delle città “governate” dall’AI Lo ha rivelato il Washington Post, che ha pubblicato parti di questo piano di ricostruzione di Gaza che sembra un (brutto) racconto sci-fi.

Chi è Mitski, la cantante dell’anno di cui probabilmente non avete sentito parlare

Il suo quinto album, Be The Cowboy è in testa a molte liste dei migliori dischi del 2018.

18 Dicembre 2018

Ce ne siamo accorti consultando le liste dei migliori album dell’anno pubblicate dalle riviste inglesi e americane nelle ultime settimane: nella lista dei 50 dischi del 2018 di Pitchfork era al primo posto, nei 50 del Guardian al quinto, nei 15 di Vulture di nuovo al primo. Gia Tolentino del New Yorker le ha dedicato un bellissimo articolo dal titolo: The Misreading of Mitski. Se dall’altra parte dell’Oceano hanno fatto in tempo a fraintederla, da noi se n’è parlato pochissimo (ho condotto un breve sondaggio tra amici e conoscenti, la maggior parte solitamente sul pezzo: nessuno sapeva chi fosse). Per rimediare mi sono lanciata su Spotify ad ascoltare questo presunto capolavoro, Be The Cowboy. Quello che ho dedotto, dopo circa un centinaio di ascolti in loop dei 14 brani che compongono l’album e un’approfondita analisi dei testi, dei video e del personaggio Mitski, è che sì, Be The Cowboy è un disco portentoso, probabilmente il migliore dell’anno.

28 anni, metà giapponese e metà americana, Mitski Miyawaki scrive tutte le canzoni che canta. Be The Cowboy, uscito ad agosto, è il suo quinto album. Come i precedenti si basa su una regola semplice ed efficace, qui lucidata alla perfezione: le canzoni più intense e gioiose sono quelle che trasportano i pensieri più tristi, cupi e taglienti. Ogni brano è composto da improvvise esplosioni, folate di vento capaci di alzare la gonna e mostrare cosa c’è sotto, provocando desiderio, disagio e meraviglia. La classicità del timbro vocale di Mitski si fonde con piccoli trionfi sonori. Tutto è troppo breve e molto intenso (i brani dell’album durano in media due minuti), eppure, nel complesso, maestoso. «ll disco di un’introversa che canta d’amori perduti e rimpatriate disastrose», l’aveva definito Claudio Todesco su IL (e allora qualcuno ne aveva parlato) un quadretto che la voce narrante compone con humor nero, garbo e dignità, senza mai dimenarsi troppo né rinunciare alle buone maniere. 14 piccole perle che Vulture definisce «both mannered and explosive»: trattenute ed esplosive allo stesso tempo.

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È giunto quindi il momento di recuperare tutto, anche gli equivoci: nel suo articolo Gia Tolentino sottolinea come a causa della sua riservatezza e dell’aura di saggezza che emana – dal viso, dai testi – Mitski venga spesso fraintesa. Un esempio: la sua prima canzone di successo, “Your Best American Girl”, tratta dall’acclamato album Puberty 2 (anche questo da riscoprire), era stata salutata come la risposta a un mondo, quello dell’indie rock, dominato dal “maschio bianco” e più in generale come una riflessione sul tema dell’alienazione, dell’identità razziale, della depressione. Come scrisse lei stessa in un lungo post su Facebook, «Non stavo pensando a niente di tutto ciò mentre la stavo scrivendo. Non stavo cercando di inviare alcun messaggio. Ero soltanto innamorata».

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