Da piattaforma sobria, formale e necessaria per chi voleva lavorare in ambito corporate a versione brainrot di Facebook: come LinkedIn è diventato il social più strano e incomprensibile di tutti.
Twitter vuole togliere il pulsante dei like
Presto su Twitter non ci sarà più il pulsante dei like. Almeno, questo è ciò che ha affermato il suo fondatore, Jack Dorsey, a un evento che si è tenuto la scorsa settimana. Il piccolo cuore rosso venne introdotto nel 2015 in sostituzione della stellina che serviva a salvare i tweet preferiti. «Stiamo sperimentando e considerando numerosi cambiamenti possibili – ha detto un portavoce di Twitter al Telegraph – tutti con l’obiettivo di incentivare conversazioni più sane».

Jack Dorsey il 5 settembre 2018, interrogato dalla Senate Intelligence Committee sul come troll stranieri abbiano potuto usare Twitter per manipolare l’opinione pubblica (Photo by Drew Angerer/Getty Images)
Mettere like è la pratica più diffusa su ogni social, eppure la proposta di Dorsey non ci stupisce. Come Facebook, anche Twitter, negli ultimi tempi, è stato palcoscenico di numerose controversie. A partire dai diffusori di fake news che hanno cercato di manipolare le presidenziali americane, fino alle numerose celebrities che hanno abbandonato la piattaforma per fuggire agli attacchi dei cyberbulli. Quello a cui punta il suo fondatore, è fare di Twitter «un luogo più sicuro».
Gli psicologi concordano: l’ansia da like è un problema serio, soprattutto tra i più giovani, ed è la principale causa di dipendenza da social media. La dimostrazione: cancellare i propri post se questi non raggiungono in fretta un dignitoso numero di reazioni positive è ormai diventata una pratica abbastanza diffusa.

Immagini generate con l'AI che ritraggono mostri antropomorfi che fanno e dicono cose senza senso. Nati su TikTok Italia, hanno accumulato milioni di visualizzazioni e condivisioni in tutto il mondo. E nessuno ha ancora capito perché.