Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
I maschi del gorilla sono dei padri modello, dice uno studio
Il gorilla Isabukuru è famoso in tutto il Ruanda grazie alla sua passione per i cuccioli. Isabukuru è un gorilla particolarmente affettuoso, ma non è un unicum della sua specie. Recenti studi hanno rivelato che l’attenzione verso gli infanti è un comportamento che accomuna tutti i gorilla maschio. I maschi cullano i piccoli, ci giocano, lasciano che entrino nella loro tana e che stiano loro intorno. In poche parole, fanno ciò che l’antropologa Stacy Rosenbaum ha definito «babysitting». Nonostante il cliché che li descrive come aggressivi scimmioni sempre pronti a battersi il petto, i gorilla «sono incredibilmente pazienti, sanno essere molto gentili, persino affettuosi», ha raccontato la Rosenbaum all’Atlantic, «permettono ai cuccioli di fare cose che non tollerebbero mai da un adulto».

Le femmine perdono la testa per i maschi con un cucciolo sulle spalle (Photo by Mark Kolbe/Getty Images)
E questa tenerezza non è riservata solo alla propria prole. I gorilla sono gentili con i propri figli tanto quanto con quelli degli altri. Una carineria disinteressata la loro, che non ha come fine la perpetuazione dei propri geni. Anche se pare che i baby-sitter cucchino un sacco. Le femmine perdono la testa per i maschi con un cucciolo sulle spalle e, al momento di scegliere a quale membro della tribù concedersi, prediligono quelli che sono soliti trascorrere il proprio tempo circondati da bebé.
«Uno studio eccellente», commenta la studiosa di primati Elise Huchard, «che offre la base per comprendere l’evoluzione della paternità tra i mammiferi, e che apre affascinanti interrogativi». Potrebbe, ad esempio, aiutarci a comprendere il nostro modo di vivere la paternità, visto che dai gorilla discendiamo e ci assomigliano ancora parecchio. «Lo scenario osservato tra i gorilla», conclude Stacy Rosenbaum, «potrebbe servire da appiglio per elaborare un modello più complesso ed evoluto di paternità».

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