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Nove donne hanno accusato Jared Leto di molestie sessuali e molte altre si stanno facendo avanti Tutto è partito da un'inchiesta di Air Mail. Alcune delle presunte vittime erano addirittura minorenni, all'epoca dei fatti.
Dua Lipa non poteva scegliere una canzone migliore di “A far l’amore comincia tu” per il suo concerto a Milano In ogni città in cui fa tappa con il suo tour, sceglie un classico del pop locale da cantare. Per l'Italia ha deciso di omaggiare Raffaella Carrà.
Il corriere della droga preferito da Pablo Escobar ha fatto un podcast In Cocaine Air Tirso “TJ” Dominguez racconta com'è lavorare per il più famoso signore della droga della storia. Esce il 23 luglio su tutte le piattaforme.
A Hong Kong c’è un musical in cui Trump e Zelensky si massacrano a colpi di assoli Lo spettacolo Trump, The Twins President, ovviamente sold out, traspone in musica anche il litigio tra i due nello Studio Ovale.

Perché gli europei fanno vacanze così lunghe?

22 Agosto 2018

Per gli americani l’estate europea è un mezzo incubo fatto di negozi chiusi e strade desolate. Ragione per cui su JStor Daily, una biblioteca digitale che raccoglie ricerche e paper accademici, si può trovare una articolo che cerca di rispondere alla domanda tra il preoccupato e l’incuriosito “Perché gli europei fanno vacanze estive così lunghe?”.

La risposta è tratta da un libro di storia contemporanea scritto dallo studioso Gary Cross, che in un capitolo spiega che le origini della lunga vacanza estiva inizia tra le due guerre mondiali. Prima della Prima guerra mondiale non esistevano vacanze per la classe operaia europea, di sicuro non erano pagate e comunque non erano abbastanza lunghe per intraprendere viaggi o programmare villeggiature. Le cose iniziarono a cambiare nel 1919 in Francia quando tipografi e fornai iniziarono a essere premiati con una settimana di vacanza pagata. Ma già nel 1925 sei Paesi europei avevano introdotto leggi che regolavano le vacanze pagate. Le vacanze venivano così usate sia come incentivo (premio) per ottenere risultati, sia per utilizzare in modo più efficiente la forza lavoro nei momenti di minore attività.

Ma non solo: negli anni ’20 e ’30 le vacanze estive furono un tema sfruttato dalle organizzazioni politiche di destra e di sinistra per modellare (e ingraziarsi) la società del tempo. Nel documento si fa riferimento in particolare al Labour inglese che organizzava attività estive come social club estivi ed escursioni e al fascismo e al nazismo con istituti come il Dopolavoro e il Kraft durch Freude che incoraggiavano il patriottismo attraverso attività sportive e visite a siti naturali o storici.

Crebbe così l’interesse a viaggiare e contemporaneamente presero forma strutture come ostelli della gioventù e campi vacanze. La cosa interessante è che sia destra che sinistra, per ragioni diverse, sostennero l’idea delle vacanze: per i conservatori era un modo per lenire il radicalismo e le rivendicazioni, mentre la sinistra le considerò un importante campo di trasformazione della società in termini di diritti. Prima che iniziasse la Seconda guerra mondiale, le vacanze erano così diventate un obiettivo ideologico e, al tempo stesso, una gratificazione molto concreta. Dagli anni ’80 poi, in molti Paesi furono garantite ai lavoratori 5 settimane di vacanze pagate all’anno.

Foto Getty
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