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Qual è il numero perfetto di storie Instagram da pubblicare?

Se l’è chiesto Steve Rousseau su Digg: qual è il numero giusto di storie da pubblicare per non rischiare di ammorbare il proprio pubblico e, allo stesso tempo, evitare di sparire dalla lista in continuo aggiornamento? Il redattore, lo ammette fin da subito, è un osservatore di storie compulsivo: «La vita è piena di traguardi inutili. Il mio è guardare ogni singola storia che compare nel mio feed. Ogni volta che apro Instagram, i tondini viola/arancio mi tentano. Le persone stanno facendo cose. Devo guardarle, consumarle. È esasperante! Ogni giornata presenta un nuovo flusso di storie che mi sento obbligato a guardare».
Invece di interrogarsi sulla sua salute mentale (almeno per quanto riguarda il suo rapporto con le storie di Instagram) e incoraggiarsi a utilizzare il cellulare in modo più sano, Rousseau ha pensato bene di suggerire al mondo un nuovo standard da seguire per un uso adeguato delle storie, che consenta a lui e a tutti di guardarle senza incorrere nella sgradevole sensazione di perdere gran parte del materiale disponibile. In seguito a una serie di accurati calcoli e riflessioni, Rousseau è giunto alla conclusione che, secondo lui, il numero perfetto di storie da pubblicare in un periodo di 24 ore è 3 (consentito pubblicarne di meno, ma non di più).
Questi i conti che l’hanno portato a una tale conclusione: nelle storie una normale foto è osservabile per 5 secondi mentre un video va avanti al massimo per 15 secondi. In media ogni utente segue tra i 250 e i 700 account. Se un terzo, o addirittura la metà di questi profili postano ciascuno una manciata di storie al giorno, il risultato è che ci troviamo davanti un “film” che può andare avanti anche per più di un’ora. Pubblicando non più di 3 storie al giorno, invece, ogni utente richiede agli altri tra i 15 e i 45 secondi di attenzione e soprattutto permette a chi guarda di limitarsi a tre toccate sullo schermo se vuole saltare e andare avanti.

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