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Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Non tutti sanno che le statue classiche erano coloratissime

15 Febbraio 2018

«Siamo abituati a vedere le sculture classiche – per via dei musei, dei calchi in gesso e del modo in cui ci sono arrivate le statue – spogliate di ogni colore» dice Renée Dreyfus, curatore presso il Fine Arts Museum di San Francisco, dove ha organizzato la recente esposizione Gods in Color: Polychromy in the Ancient World (di cui c’è anche un libro omonimo). Protagoniste sono le vivaci ricostruzioni a colori di come dovevano apparire le statue greche del V secolo avanti Cristo ai loro contemporanei. Le prime scoperte di tracce di colore sull’arte classica, spiega Dreyfus, devono essere pervenute nel 1748 durante i primi scavi di Pompei, dove la cenere aveva aiutato a preservare nel tempo i residui di pittura. I ritrovamenti continuarono nel 1805 quando segni di pigmento sbiadito furono reperiti sui templi del Partenone e dell’Eretteo. Le testimonianze pervenute ci raccontano rappresentazioni estetiche inconciliabili con l’idea che oggi abbiamo di bellezza classica.

Da dove viene allora la venerazione per il pallore delle statue greche? Il concetto può essere ricondotto alla dottrina dello storico d’arte Johann Joachim Winckelmann, che a partire dal 1700 svalutò l’importanza del colore a vantaggio della forma classica. Dai suoi scritti apprendiamo che «il bianco è il colore che riflette più raggi di luce, e dunque il più facilmente percepibile», ad indicare il candore come ideale di bellezza. Questo canone ha attraversato tre secoli ed è giunto fino a noi, nonostante le moderne tecnologie del ventesimo secolo abbiano permesso analisi avanzate sulla policromia della statue. Oggi, grazie alle ricostruzioni di Dreyfus, possiamo riuscire a vedere i finimenti blu acceso, rossi e gialli della Kore di Chios, nonché gli occhi di pietre variopinte e i denti d’argento dei Bronzi di Riace.

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