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02:17 giovedì 18 settembre 2025
Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 
Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.
In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.
Luigi Mangione non è più accusato di terrorismo ma rischia comunque la pena di morte L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.

Zabriskie Point

12 Luglio 2011

Di cosa si tratta: Zabriskie Point è un film di Michelangelo Antonioni del 1970, seconda (dopo Blow Up del 1966 e prima di The passenger del 1975) di tre pellicole che il regista italiano realizzò direttamente in inglese con la produzione di Carlo Ponti e la distribuzione di Metro Goldwin Mayer. I protagonisti principali sono Mark Frechette nel ruolo di… Mark e di Daria Alprin nel ruolo di… Daria. La colonna sonora include brani di Pink Floyd e Grateful Dead. Alcuni addirittura suonati in presa diretta da Jerry Garcia messo di fronte alle immagini della pellicola. Una curiosità: nel film Harrison Ford fa la sua prima apparizione in carriera. Come comparsa.

Che cos’era Ieri: A dispetto del suo successivo status di cult, quando uscì, Zabriskie Point fu un flop. Costato 7 milioni di dollari ne incassò negli USA appena novecento mila. Dal punto di vista della critica non andò meglio: fu rapidamente liquidato dai maggiori quotidiani americani come l’opera monca di un regista visionario che aveva fatto di meglio in passato. Una recensione del New York Times dell’epoca lo definiva come l’ennesimo, e nemmeno troppo riuscito, esempio di film controculturale; un genere per ovvi motivi allora in voga e rappresentato in particolare da una pellicola come Easy Rider: un altro cult ma con ambizioni artistiche e culturali decisamente diverse (minori). In poche parole l’opinione americana rigettò quasi in toto l’operazione di Antonioni, bollandola come il frutto “difficile” di un ingegno troppo “intelletualizzato”. E – peggio di tutto – l’ingegno di un europeo. Leggendo alcune vecchie recensioni del film, si riesce a sentire ancora oggi aleggiare la parola “cineasta”, una tipologia di regista con cui la cultura cinematografica statunitense non è mai riuscita davvero a scendere a patti, avendo con essa un rapporto intimamente conflittuale. Eufemismo.

Nel 1978 fu addirittura inserito nel libro di Harry Medvedev: The fifty Worst Film Of All Time.

P.S. C ‘è anche da dire che il film non fu aiutato da un trailer quantomeno fuorviante che tentava di far sembrare il film una specie di pellicola d’azione ed erotismo ad alto voltaggio.

Che cos’è Oggi: (Ri)visto col senno di poi e con il tempo e la Storia a proprio favore, Zabriskie Point si rivela un film assolutamente preveggente almeno per quanto riguarda uno dei suoi temi: la contestazione universitaria di fine anni ’60 in America. Che Antonioni racconta in modo assolutamente acuto, cinico e intenso, specie se si considera il fatto che A. non era americano. Sta tutto nella scena iniziale, in cui Antonioni riprende un’assemble studentesca a cui prendono parte universitari bianchi benestanti e giovani Black Panthers. Le seconde contestano ai primi di non essere disposti a portare il confronto con l’autorità fino a un’autentica escalation di violenza; mentre nel frattempo i giovani rivoluzionari borghesi cavillano su termini che finiscono tutti in “- ismo”. Ognuno parla, nessuno dice niente. A un certo punto un ragazzo di colore si dichiara disposto a morire per la causa. Gli risponde Mark, il protagonista – è alla sua prima riunione e ancora non lo conosce nessuno per cui tutti si girano a osservarlo. È a quel punto che dice: “Anche io sono disposto a morire”. Poi fa una pausa; l’aula lo osserva con un senso di crescente attesa. “Ma non di noia, però”. Quindi gira le spalle e se ne va. Brusio, sconcerto, discussioni. Alla fine qualcuno trova un -ismo con cui infamarlo. “Individualismo!”, l’oppio dei singoli. Sembra una scena di Ecce Bombo, sette anni prima e in un altro continente. O la versione fiction di un documentario uscito molti anni dopo sull’associazione terroristica Weather Underground, dove scorrono immagini dolorosissime di ex giovani idealisti, ormia non più giovani e non più idealisti che espiano il peccato di aver creduto di poter sovvertire la storia con il materialismo dialettico.

Mi piace credere che Antonioni in questa idea di rivoluzione e sovvertimento gerarchico non ci abbia mai creduto né confidato, e che il personaggio di Mark – lucido, cinico e insieme naif, anarchico e autarchico come uno Zarathustra che va incontro alla morte per eccessiva fiducia nella vita – completato da quello di Daria; ritragga perfettamente lo spirito dell’unica rivoluzione possibile: assoluta, interiore. Infernale e apocalittica nell’odio (la straordinaria sequenza finale); paradisiaca nell’amore e nel piacere (la famosa scena a Zabriskie Point). E viceversa.

Insomma, qualcuno faccia vedere questo film a un Black Bloc.

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