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06:40 sabato 22 novembre 2025
Negli Usa il Parmigiano Reggiano è così popolare che un’agenzia di Hollywood lo ha messo sotto contratto come fosse una celebrity La United Talent Agency si occuperà di trovare al Parmigiano Reggiano opportunità lavorative in film e serie tv.
I farmaci dimagranti come l’Ozempic si starebbero dimostrando efficaci anche contro le dipendenze da alcol e droghe La ricerca è ancora agli inizi, ma sono già molti i medici che segnalano che questi farmaci stanno aiutando i pazienti anche contro le dipendenze.
Kevin Spacey ha raccontato di essere senza fissa dimora, di vivere in alberghi e Airbnb e che per guadagnare deve fare spettacoli nelle discoteche a Cipro L'ultima esibizione l'ha fatta nella discoteca Monte Caputo di Limisso, biglietto d'ingresso fino a 1200 euro.
Isabella Rossellini ha detto che oggi non è mai abbastanza vecchia per i ruoli da vecchia, dopo anni in cui le dicevano che non era abbastanza giovane per i ruoli da giovane In un reel su Instagram l'attrice ha ribadito ancora una volta che il cinema ha un grave problema con l'età delle donne. 
Da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, le donazioni per Gaza si sono quasi azzerate Diverse organizzazioni umanitarie, sia molto piccole che le più grandi, riportano cali del 30 per cento, anche del 50, in alcuni casi interruzioni totali.
Lorenzo Bertelli, il figlio di Miuccia Prada, sarà il nuovo presidente di Versace Lo ha rivelato nell'ultimo episodio del podcast di Bloomberg, Quello che i soldi non dicono.
Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.
Per evitare altre rapine, verrà costruita una stazione di polizia direttamente dentro il Louvre E non solo: nei prossimi mesi arriveranno più fondi, più telecamere, più monitor, più barriere e più addetti alla sicurezza.

Pronto? Parla il sud

Un saggio spiega com'è cambiata la lingua con i cellulari. Dall'iniziale "oi" al "ciaociaociao" di chiusura

03 Maggio 2012

Lo si era sempre sospettato, pronunciando quel fatidico “oi!“, poco convinti, sostituendolo con disagio, noi telefonatori padani, al classico “pronto!”; sospetto di ogm linguistico, di pastrocchio filologico. Adesso ce lo conferma Riccardo Gualdo in un saggetto intitolato appunto Oi?! Ciao, ciao! Apertura e chiusura di conversazioni al telefonino, che apre la raccolta Per l’italiano. Saggi di storia della lingua nel nuovo millennio (Aracne Editrice). «La nascita del telefono cellulare» mette in chiaro Gualdo in quest’operina molto gaddiana «ha cambiato alcuni aspetti della conversazione telefonica; il fatto che l’apparecchio sia personale elimina o abbrevia le fasi d’avvio e di identificazione della telefonata, il costo della comunicazione riduce le ridondanze e i convenevoli. Implicita in queste notazioni è la possibilità per il ricevente di identificare chi chiama prima di rispondere, cosa che produce effetti significativi, anche di natura psicologica e antropologica, nello scambio comunicativo, effetti che si misurano soprattutto nei rituali d’apertura e di chiusura».

Protagonista del rituale d’apertura, signora mia (direbbe la Signora Cecioni, che oggi avrebbe l’iPhone), è proprio l’interiezione “oi”, con la o stretta e vocale breve; è un mutante linguistico di origine “centromeridionale” che ha preso piede in tutto il paese da pochi anni «come segnale d’apertura e di saluto in conversazioni telefoniche». «Sebbene i casi di cui ho maggiore esperienza derivino da parlanti romani, l’interiezione – che si può ascoltare ben oltre i confini della capitale – mi pare tipica di parlanti giovani e giovanissimi, raggruppabili in una fascia d’età che s’apre, direi, con i nati tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta» scrive Gualdo. «Oi, in letteratura, si trova appunto nel meridione, (o, se in autori settentrionali, messa in bocca a “parlanti centro-meridionali”) ed esprime tradizionalmente “sofferenza fisica” (“Ohi! oohi! cominciarono a vociare gli uomini della ciurma passandosi la fune”; Verga, La Lupa; “Badiamo, ohi! Se si svincola la cappellania, la roba va divisa fra tutti i consanguinei!”; De Roberto, I vicerè). L’oi meridionale (nel parlato) ha poi “funzione di ferma richiesta d’attenzione che stinge facilmente nel comando “anche ad animali”. (“Oi nì,” fece, “t’aggio a cunfessà na cosa!” “Che me voi dì?” fece il Riccetto ch’era partito pure lui”.; Pasolini, Ragazzi di vita; “Oi Giacinto, non hai finito? Spicciati!»; Carlo Levi, L’Orologio)». Secondo Gualdo, dai libri il termine passa poi trasfigurato in televisione (primo caso: pubblicità Daygum Protex, sic, anni Novanta, un giovanotto con un mazzo di fiori in mano bussa alla porta di un appartamento, gli apre una ragazza che lo accoglie con un “Oi!”) e alla radio, rafforzandosi nel suo significato di richiesta d’attenzione: qui secondo l’autore è colpa degli Articolo 31 (“Oi Maria!”) che diffondono la particella sul territorio nazionale, prendendo in prestito però anche qui qualcosa di borbonico (l’origine sarebbe “Oi Marì”!). Infine l’ibridazione con l’anglosassone hi! che toglie la definitiva caratterizzazione di sofferenza e di richiamo rustico per animali. L’oi diventa infine nazionale e popolare.

Gualdo non si occupa solo del capo ma anche della coda e in particolare studia la moltiplicazione del “ciao” finale che chiude la telefonata, e che diventa spesso “ciao ciao” e ciaociaociao. «Due volte nella forma tipica, ma anche tre o più nelle conversazioni frettolose»; come si sperimenta del resto ogni volta sul Frecciarossa, tempio del ciao moltiplicato. E se il moltiplicatore del ciao, che è gratis, agisce per “esigenze di brevità”, diverse dalla «conversazione telefonica domestica, più rilassata e ormai da tempo non condizionata da preoccupazioni legate ai costi», si conferma quanto già si sospettava dopo semplici osservazioni empiriche ferroviarie: che il numero di ciao pronunciati e l’energia spesa nel mulinarli è inversamente proporzionale al costo del biglietto del telefonatore. (Mentre la Sora Cecioni oggi telefonerebbe entusiasta a Mammà dalla carrozza Smart dell’Italo, e poi tanti ciao).

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