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23:35 martedì 30 dicembre 2026
L’episodio di Stranger Things in cui Will fa coming out è diventato quello peggio recensito di tutta la serie E da solo ha abbassato la valutazione di tutta la quinta stagione, nettamente la meno apprezzata dal pubblico, almeno fino a questo punto.
Il progetto europeo di rilanciare i treni notturni sta andando malissimo Uno dei capisaldi del Green Deal europeo sulla mobilità, la rinascita dei treni notturni, si è arenato tra burocrazia infinita e alti costi.
Un’azienda in Svezia dà ai suoi lavoratori un bonus in busta paga da spendere in attività con gli amici per combattere la solitudine Il progetto, che per ora è solo un'iniziativa privata, prevede un’ora al mese di ferie e un bonus di 100 euro per incentivare la socialità.
Diverse celebrity hanno cancellato i loro tributi a Brigitte Bardot dopo aver scoperto che era di estrema destra Chapell Roan e altre star hanno omaggiato Bardot sui social per poi ritirare tutto una volta scoperte le sue idee su immigrazione, omosessuali e femminismo.
È morta la donna che restaurò così male un dipinto di Cristo da renderlo prima un meme, poi un’attrazione turistica Nel 2012, l'allora 81enne Cecilia Giménez trasformò l’"Ecce Homo" di Borja in Potato Jesus, diventando una delle più amate meme star di sempre.
C’è un’associazione simile agli Alcolisti Anonimi che aiuta le persone dipendenti dall’AI Si chiama Spiral Support Group, è formato da ex "tossicodipendenti" dall'AI e aiuta chi cerca di interrompere il rapporto morboso con i chatbot.
I massoni hanno fatto causa alla polizia inglese per una regola che impone ai poliziotti di rivelare se sono massoni Il nuovo regolamento impone agli agenti di rivelare legami con organizzazioni gerarchiche, in nome della trasparenza e dell’imparzialità.
Il primo grande tour annunciato per il 2026 è quello di Peppa Pig, al quale parteciperà pure Baby Shark La maialina animata sarà in tour in Nord America con uno show musicale che celebra anche i dieci anni di Baby Shark.

L’uomo del rinascimento

Uno degli scrittori più prolifici e sincretici, dimenticato dall'editoria italiana

23 Novembre 2011

Capita, a volte, di rimanere schiacciati tutta la vita sotto il peso di un capolavoro. Capita ai musicisti, capita ai calciatori, o agli allenatori. Capita agli scrittori, soprattutto. Potrebbe sembrare il caso di Anthony Burgess, una fama e una carriera nascosti dietro l’ombra di un libro e del conseguente film. L’ombra ha la sagoma triangolare della “A” sulla copertina di A Clockwork Orange, con il drugo Alex, ciglia degne della miglior pubblicità Maybelline, a brandire un minaccioso coltello rivolto all’improvvido lettore. Invece no, invece non è così o almeno non del tutto. L’ammissione della spettinata figurina di Burgess nell’album dei sottovalutati (traducibile anche come “assolutamente da rivalutare”) è sì una questione di ambito europeo, ma pone un problema più specificatamente italiano (guarda un po’). Il tema in tal caso è atavico: le nostrane librerie hanno spesso un deficit di titoli imperdonabile. Certo la colpa non va fatta ricadere sui placidi scaffali, piuttosto su poco savie politiche editoriali. E nel caso di Anthony Burgess la questione è ancora più eclatante, perché non parliamo dell’esclusione di tre, quattro o cinque titoli, ma (stando alla produzione per ora accertata dell’inglese confrontata con la disponibilità Amazon e Ibs dei suoi libri tradotti) ben 57 (cinquantasette/00).

Una sottovalutazione riguarda certo sempre la sfera qualitativa, ma in questo caso il giudizio non può prescindere in primis dall’invasione della sfera quantitativa. Insomma, ignorato più che sottovalutato. E dire che un libro come Arancia Meccanica continua a vendere (libro facile da fraintendere, causa trasposizione su pellicola, ma proprio per questo best-seller continuativo), e dire anche che non si tratta di un autore di nicchia o un culto per pochi: nel 2008 il Times lo selezionò alla posizione 17 nella classifica dei più importanti scrittori inglesi del dopoguerra, nel 2006 l’Observer valutò Earthly Powers come il terzo miglior romanzo del Commonwealth degli ultimi 25 anni; in patria è uno dei “panzer” dei Penguin Modern Classics. E dire pure un’altra cosa: Burgess visse in Italia, sposò un’Italiana, tradusse testi dall’italiano (i sonetti di Gioacchino Belli, per fare un esempio) e lavorò con Zeffirelli (sua la sceneggiatura di Gesù di Nazareth). Se volessimo trovare una motivazione puranco ruffianamente nazionalista per pubblicarlo, ce l’avremmo bell’e pronta.

Personaggio bizzarro, frainteso e interpretato sotto varie angolazioni, probabilmente tutte faziose, Anthony Burgess deve la sua incredibile mole di produzione a un curioso aneddoto (uno dei tanti che hanno caratterizzato la sua nomade vita): nel 1959, mentre tiene una lezione di storia in un college del Brunei, sviene. I medici gli diagnosticano un incurabile cancro al cervello, dandogli un anno di vita. Lui, per tutta risposta, inizia a scrivere, più di prima, più di chiunque. Anche dopo il fatidico anno, quando il tumore si rivela una bufala, un errore, una provvidenza. Tra il 1960 e il 1964 compone undici romanzi, tra cui Arancia Meccanica e Il Seme Inquieto. Quest’ultimo è una delle più controverse e geniali opere del Burgess di stampo orwelliano. Il topos del futuro riconoscibile ma disastroso viene sviluppato in ottica sessuale più che politica: la mancanza di cibo e la sovrappopolazione portano il governo a promuovere l’omosessualità e proibire il rapporto uomo-donna; la guerra viene abolita ma gli eserciti continuano a essere rinforzati e spediti verso uno sconosciuto fronte, che si rivelerà una macelleria di stato (questa sì, nel vero senso della parola) per incrementare il conservificio di carne (umana). Per Il seme inquieto fu sia accusato di omofobia che celebrato come smascheratore della silenziosa repressione statale, dagli immancabili estremismi di sorta.
Linguista e filologo coltissimo, autore anche di tre sinfonie e oltre 250 composizioni musicali, Burgess racconta la sua esperienza con il cancro (e la glottologia) in Il dottore è ammalato, romanzo che ondeggia tra il picaresco, il dickensiano e l’onirico, in cui i personaggi – come spesso accade nelle sue opere – paiono usciti dal Paese delle meraviglie di Carroll, ma popolano una suburbia londinese straordinariamente vivida e maleodorante. Il lungo periodo che trascorse nella periferia dell’Impero in disfacimento (Malesia e Brunei) è invece lo sfondo per La trilogia malese, altro arazzo multiculturale e multilinguistico, realistico e comico nel fotografare, come in un quadro di Bruegel, la confusione razziale e la sciatteria morale degli inglesi e dei loro sottoposti, in piena tradizione kiplinghiana.
Ancora, in Notizie dalla fine del mondo, Trotsky e Freud dialogano parallelamente all’ombra di una catastrofe spaziale imminente, in cinquecento pagine che trascendono le tradizionali barriere spazio-temporali. Quattro titoli un tempo editi e ora tristemente fuori catalogo (rispettivamente Fanucci, Fanucci, Einaudi e ancora Fanucci).

Di Anthony Burgess sono stati recentemente ritrovati a Manchester, nella sua vecchia abitazione, un’enorme quantità di inediti comprendente romanzi, racconti, testi teatrali, sceneggiature e partiture musicali. Andrew Biswell, direttore della Burgess Foundation, ha confidato di riuscire a pubblicare qualcosa nel 2012 (saranno 50 anni dall’uscita di Arancia Meccanica). Materiale che va ad aggiungersi alla già enorme nebulosa di argomenti trattati: filologia, biografia (c’è l’ottima L’importanza di chiamarsi Hemingway di minimum fax), storia e colonialismo, religione e morale, musica e teatro, Burgess ha sempre cercato di trattare temi ambiziosi, forse a volte troppo, con un linguaggio ricercato e a tratti rivoluzionario (vedi alla voce Nadsat). Un vero e proprio uomo del rinascimento le cui opere trascendono gli anni e le stagioni politiche e sociali. Per questo la sua gigantesca mancanza è triste, nello scaffale della B delle librerie italiane.

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