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13:39 giovedì 4 dicembre 2025
L’ansia da Spotify Wrapped è talmente grave che migliaia di persone hanno creduto a una bufala su una versione modificabile disponibile a pagamento Evidentemente, quella di scoprire di avere dei brutti gusti musicali scorrendo il proprio Wrapped è una paura più diffusa di quanto ci si immagini.
Jafar Panahi ha detto che dopo gli Oscar tornerà in Iran e andrà di nuovo in carcere Mentre era a New York per una premiazione, ha scoperto di essere stato condannato a un anno di carcere per «attività di propaganda».
Secondo Cahiers du Cinéma il film dell’anno è un documentario su un torero peruviano Un film che, per la redazione di Cahiers, è meglio anche di Una battaglia dopo l'altra di Paul Thomas Anderson, secondo in classifica.
La pagina Wikipedia più letta nel 2025 è stata quella di Charlie Kirk Con 45 milioni di visualizzazioni, la pagina dedicata a Kirk ha superato quelle di Trump, del Papa, di Musk, di Mamdani e pure di Superman.
Il nuovo trend di TikTok sono i video anti immigrazione generati con l’AI Milioni di visualizzazioni per video apertamente razzisti e chiaramente falsi che incolpano i migranti di crimini che non sono mai avvenuti.
In Cina le persone stanno andando a vedere Zootropolis 2 insieme ai loro cani e gatti Alcuni cinema cinesi hanno organizzato proiezioni pet friendly per vedere il film Disney con i propri animali domestici.
Anche stavolta il premio di Designer of the Year l’ha vinto Jonathan Anderson È la terza volta consecutiva, stavolta ha battuto Glenn Martens, Miuccia Prada, Rick Owens, Martin Rose e Willy Chavarria.
L’Oms ha detto che i farmaci come Ozempic dovrebbero essere disponibili per tutti e non solo per chi può permetterseli Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, in futuro bisognerà garantire l'accesso a questi farmaci a chiunque ne abbia bisogno.

Letteratura in tutte le lingue del mondo

Il magazine Granta apre le porte alla Cina, arrivando a 8 edizioni. Come una rivista letteraria va alla conquista del globo

05 Settembre 2012

«È come avere a disposizione una biblioteca della miglior scrittura da cui attingere». Parola di Ellah Allfrey, vice-direttore (direttrice) di Granta, la popolare rivista letteraria dai natali britannici (Cambridge, mica male) che sta lanciando sempre più numerose edizioni fuori dai confini – geografici e linguistici – inglesi. L’ultima in ordine cronologico andrà a coprire un mercato vastissimo e ancora largamente precluso alla letteratura non locale, vale a dire quello cinese. In una lunga intervista al New York Times (alla quale hanno contribuito vari editor del magazine) Peng Lun, direttore dell’edizione cinese, ha dichiarato: «I lettori cinesi di narrativa straniera non sono molto numerosi, e scrittori come Updike o Salinger sono sconosciuti a larga parte del popolo. Ma credo ci sia un’audience in crescita, di giovani acculturati, laureati, che vuole arrivare a scoprire nuove voci».

Non solo di Oriente, però, vive Granta (il cui nome è derivato da quello di un torrente che scorre poco fuori Cambridge): tra le cinque lingue più diffuse al mondo, la rivista ne copre quattro, ovvero – oltre l’inglese – spagnolo, portoghese e, appunto, cinese. Manca soltanto l’arabo, ma bisogna aggiungere alle precedenti edizioni anche quella italiana (edita da Rizzoli), svedese, bulgara e norvegese. Con articoli tradotti dalla “casa madre” ma certo con molti altri originali e “locali”, siano essi prodotto di famosi scrittori o esordienti.

Il modello di business, e in parte manifesto, di Granta lo spiega brevemente John Freeman, attuale direttore, classe 1974, nato in Ohio e con un passato di presidente del National Book Critics Circle: «Piuttosto che “prendere a testate il muro” cercando di raggiungere quel singolo studente scrittore di un’università sperando che si abboni, voglio trovare gente che desidera davvero e ha davvero bisogno della rivista, ovunque essi siano, e questo vuol dire guardare al mondo».

«In cinque anni riesco a immaginarci con 15 o 17 edizioni straniere» aggiunge Freeman, arrivato al timone nell’ottobre del 2009. La prima edizione fuori dai confini del mondo anglofono nacque però circa dieci anni fa e fu, piuttosto logicamente, quella castigliana. Le difficoltà iniziali ci furono, racconta al Nyt anche Aurelio Major, co-direttore di Granta Español: inizialmente sia i critici che i venditori non riuscivano a capire quale dovesse essere l’approccio al prodotto, avendo la Spagna sì una grande quantità di magazine letterari, ma nessuno di questi con un’amalgama di short fiction, reportage, saggi e new/long journalism come quelli contenuti in Granta.

Nata nel 1889 all’interno dell’ateneo di Cambridge, la rivista fu trampolino per molti autori di fondamentale importanza nel panorama britannico: A.A. Milne, E.M. Forster, Ted Hughes, Cecil Beaton e altri. Assunse una forma “professionale” soltanto nel 1970, quando fu praticamente ri-fondata dopo un periodo di gravi dissesti finanziari. La sua popolarità è in parte dovuta ai progetti speciali che dal 1983 Granta promuove, come l’ormai rinomata lista dei 20 migliori giovani scrittori inglesi, diventata appuntamento decennale.

(Nella foto: l’edizione tematica dedicata al Pakistan, del 2010, che vendette più di 50.000 copie nel mondo)

(L’originale articolo del Nyt)

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