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La crisi climatica sta portando alla velocissima formazione del primo deserto del Brasile La regione del Sertão sta passando da arida a desertica nell'arco di una generazione: un cambiamento potenzialmente irreversibile.
L’episodio di Stranger Things in cui Will fa coming out è diventato quello peggio recensito di tutta la serie E da solo ha abbassato la valutazione di tutta la quinta stagione, nettamente la meno apprezzata dal pubblico, almeno fino a questo punto.
Il progetto europeo di rilanciare i treni notturni sta andando malissimo Uno dei capisaldi del Green Deal europeo sulla mobilità, la rinascita dei treni notturni, si è arenato tra burocrazia infinita e alti costi.
Un’azienda in Svezia dà ai suoi lavoratori un bonus in busta paga da spendere in attività con gli amici per combattere la solitudine Il progetto, che per ora è solo un'iniziativa privata, prevede un’ora al mese di ferie e un bonus di 100 euro per incentivare la socialità.
Diverse celebrity hanno cancellato i loro tributi a Brigitte Bardot dopo aver scoperto che era di estrema destra Chapell Roan e altre star hanno omaggiato Bardot sui social per poi ritirare tutto una volta scoperte le sue idee su immigrazione, omosessuali e femminismo.
È morta la donna che restaurò così male un dipinto di Cristo da renderlo prima un meme, poi un’attrazione turistica Nel 2012, l'allora 81enne Cecilia Giménez trasformò l’"Ecce Homo" di Borja in Potato Jesus, diventando una delle più amate meme star di sempre.
C’è un’associazione simile agli Alcolisti Anonimi che aiuta le persone dipendenti dall’AI Si chiama Spiral Support Group, è formato da ex "tossicodipendenti" dall'AI e aiuta chi cerca di interrompere il rapporto morboso con i chatbot.
I massoni hanno fatto causa alla polizia inglese per una regola che impone ai poliziotti di rivelare se sono massoni Il nuovo regolamento impone agli agenti di rivelare legami con organizzazioni gerarchiche, in nome della trasparenza e dell’imparzialità.

Letteratura in tutte le lingue del mondo

Il magazine Granta apre le porte alla Cina, arrivando a 8 edizioni. Come una rivista letteraria va alla conquista del globo

05 Settembre 2012

«È come avere a disposizione una biblioteca della miglior scrittura da cui attingere». Parola di Ellah Allfrey, vice-direttore (direttrice) di Granta, la popolare rivista letteraria dai natali britannici (Cambridge, mica male) che sta lanciando sempre più numerose edizioni fuori dai confini – geografici e linguistici – inglesi. L’ultima in ordine cronologico andrà a coprire un mercato vastissimo e ancora largamente precluso alla letteratura non locale, vale a dire quello cinese. In una lunga intervista al New York Times (alla quale hanno contribuito vari editor del magazine) Peng Lun, direttore dell’edizione cinese, ha dichiarato: «I lettori cinesi di narrativa straniera non sono molto numerosi, e scrittori come Updike o Salinger sono sconosciuti a larga parte del popolo. Ma credo ci sia un’audience in crescita, di giovani acculturati, laureati, che vuole arrivare a scoprire nuove voci».

Non solo di Oriente, però, vive Granta (il cui nome è derivato da quello di un torrente che scorre poco fuori Cambridge): tra le cinque lingue più diffuse al mondo, la rivista ne copre quattro, ovvero – oltre l’inglese – spagnolo, portoghese e, appunto, cinese. Manca soltanto l’arabo, ma bisogna aggiungere alle precedenti edizioni anche quella italiana (edita da Rizzoli), svedese, bulgara e norvegese. Con articoli tradotti dalla “casa madre” ma certo con molti altri originali e “locali”, siano essi prodotto di famosi scrittori o esordienti.

Il modello di business, e in parte manifesto, di Granta lo spiega brevemente John Freeman, attuale direttore, classe 1974, nato in Ohio e con un passato di presidente del National Book Critics Circle: «Piuttosto che “prendere a testate il muro” cercando di raggiungere quel singolo studente scrittore di un’università sperando che si abboni, voglio trovare gente che desidera davvero e ha davvero bisogno della rivista, ovunque essi siano, e questo vuol dire guardare al mondo».

«In cinque anni riesco a immaginarci con 15 o 17 edizioni straniere» aggiunge Freeman, arrivato al timone nell’ottobre del 2009. La prima edizione fuori dai confini del mondo anglofono nacque però circa dieci anni fa e fu, piuttosto logicamente, quella castigliana. Le difficoltà iniziali ci furono, racconta al Nyt anche Aurelio Major, co-direttore di Granta Español: inizialmente sia i critici che i venditori non riuscivano a capire quale dovesse essere l’approccio al prodotto, avendo la Spagna sì una grande quantità di magazine letterari, ma nessuno di questi con un’amalgama di short fiction, reportage, saggi e new/long journalism come quelli contenuti in Granta.

Nata nel 1889 all’interno dell’ateneo di Cambridge, la rivista fu trampolino per molti autori di fondamentale importanza nel panorama britannico: A.A. Milne, E.M. Forster, Ted Hughes, Cecil Beaton e altri. Assunse una forma “professionale” soltanto nel 1970, quando fu praticamente ri-fondata dopo un periodo di gravi dissesti finanziari. La sua popolarità è in parte dovuta ai progetti speciali che dal 1983 Granta promuove, come l’ormai rinomata lista dei 20 migliori giovani scrittori inglesi, diventata appuntamento decennale.

(Nella foto: l’edizione tematica dedicata al Pakistan, del 2010, che vendette più di 50.000 copie nel mondo)

(L’originale articolo del Nyt)

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