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Perché gli americani bevono sempre più acqua minerale italiana?

L’esportazione di acqua minerale italiana verso gli Stati Uniti è in costante crescita. Lo stesso si può dire delle acque minerali francesi, che però restano leggermente meno diffuse negli Usa rispetto ai brand italiani.

Lo si può vedere da questo grafico qui sotto, realizzato dalla rivista Quartz a partire dai dati del Central Bureau of Statistics, l’equivalente Usa dell’Istat: tra il 2006 e il 2013 (l’ultimo anno per cui esistono dati disponibili), gli americani hanno importato sempre più acque minerali straniere, prevalentemente da Italia, Francia e… dalle isole Fiji, nazione del Pacifico che dagli anni Novanta ha lanciato un ampio business sulle proprie acque minerali, imbottigliate in California.

L’aumento di consumo di acqua minerale d’importazione coincide a un aumento del consumo generale di acqua minerale: gli americani bevono sempre più acqua in bottiglia e sempre meno acqua dal rubinetto: tra il 2011 e il 2012 infatti il consumo è aumentato di quasi il sette per cento (gli ultimi dati risalgono al 2013).

Inoltre le acque d’importazione, e in particolare quelle europee, sono considerate di qualità superiore. Un prodotto particolarmente desiderabile per i consumatori senza problemi di budget, alla ricerca di uno stile di vita “continentale”. A Los Angeles per esempio c’è un ristorante che offre un’amplissima selezione, una ventina circa, di acque minerali, prevalentemente d’importazione, con tanto di menù apposito (le immagini che vedete qui sopra provengono da quel menù).

Il consumo di acqua in bottiglia, e in particolare da quella importata da luoghi lontani, è criticato da alcuni ecologisti, a causa dell’impatto della plastica sull’ambiente e delle emissioni associate al trasporto.

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