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12:00 venerdì 21 novembre 2025
Lorenzo Bertelli, il figlio di Miuccia Prada, sarà il nuovo presidente di Versace Lo ha rivelato nell'ultimo episodio del podcast di Bloomberg, Quello che i soldi non dicono.
Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.
Per evitare altre rapine, verrà costruita una stazione di polizia direttamente dentro il Louvre E non solo: nei prossimi mesi arriveranno più fondi, più telecamere, più monitor, più barriere e più addetti alla sicurezza.
L’unico a volere il water d’oro di Cattelan andato all’asta è stato un parco di divertimenti Lo ha comprato per dodici milioni di dollari: è stata l'unica offerta per un'opera che ne vale dieci solo di materiale.
Angoulême, uno dei più prestigiosi festival di fumetti al mondo, quest’anno potrebbe saltare a causa di scandali, boicottaggi e tagli ai finanziamenti L'organizzazione è accusata di aver provato a insabbiare un'indagine su uno stupro e centinaia di artisti hanno deciso di non partecipare in protesta. L'edizione 2026 è a rischio.
Il guasto di Cloudflare è stato così grave che ha causato anche il guasto di Downdetector, il sito che si occupa di monitorare i guasti su internet Oltre a X, ChatGPT, Spotify e tanti altri, nel down di Cloudflare è andato di mezzo anche il sito a cui si accede quando tutti gli altri sono inaccessibili.
Il nuovo film di Sydney Sweeney sta andando così male che il distributore si rifiuta di rivelarne gli incassi Christy sembra destinato a diventare il peggior flop dell'anno, il quarto consecutivo nel 2025 dell'attrice.
Diversi grandi hotel sono stati accusati di fare offerte ingannevoli e fuorvianti su Booking L’authority inglese che si occupa di pubblicità ha scoperto che quelle convenientissime offerte non sono mai davvero così convenienti.

Perché le settimane sono di sette giorni

18 Settembre 2015

Vi siete mai chiesti perché la settimana è composta proprio da sette giorni? La risposta più banale, «perché è sempre stato così», sembra in realtà essere la più corretta. Al contrario di unità di tempo misurabili, basate in genere sui movimenti astrologici, come gli anni o i giorni, la ripartizione della settimana in sette giorni non poggia su evidenze che non siano legate a usanze, misurazioni sbagliate o superstizioni. Non c’è infatti nessuna motivazione scientifica alla base, tanto che anche culture che utilizzano calendari diversi, come quella ebraica o bengalese, adottano i canonici sette giorni per cadenzare le settimane.

Un articolo di Atlas Obscura riprende la storia della settimana da sette giorni, iniziata con i babilonesi e con il loro numero sacro, il 7, dal numero di pianeti presenti nel Sistema Solare osservabili. Numero che ben si adattava alla necessità di suddividere un periodo di circa 30 giorni (i babilonesi adottavano già la suddivisione in mesi). L’egemonia, soprattutto culturale, dei babilonesi fece sì che il sistema venne adottato da gran parte delle società mediterranee. Fino ad arrivare ai greci e poi ai romani, che cambiarono il loro calendario, adottando quello giuliano, passando da una settimana da otto giorni ad una di sette. Ci sono stati anche tentativi di “ribellione” al dominio delle settimane da sette giorni. L’URSS ci provò due volte – nel 1929 e ’31 – fallendo però nel progetto, definitivamente abbandonato nel 1940.

Per cercare di dare una spiegazione al fenomeno, su Atlas, viene citata la teoria di Eviatar Zerubavel, professore di sociologia alla Rutgers University:«L’unico modo in cui la società può garantire che la continuità della sua vita non venga interrotta da fenomeni naturali, come ad esempio un ciclo lunare, è stabilire un ciclo settimanale di una lunghezza standardizzata», che infine collega la nascita della settimana da sette giorni a necessità commerciali.
Di natura commerciale è anche la relativamente recente invenzione del weekend come lo conosciamo, avvenuta – negli States – nel 1908 nelle fabbriche del New England, e continuata con Ford fino alla firma, nel ’30 del Fair Labor Standards Act.

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