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21:26 domenica 23 novembre 2025
Negli Usa il Parmigiano Reggiano è così popolare che un’agenzia di Hollywood lo ha messo sotto contratto come fosse una celebrity La United Talent Agency si occuperà di trovare al Parmigiano Reggiano opportunità lavorative in film e serie tv.
I farmaci dimagranti come l’Ozempic si starebbero dimostrando efficaci anche contro le dipendenze da alcol e droghe La ricerca è ancora agli inizi, ma sono già molti i medici che segnalano che questi farmaci stanno aiutando i pazienti anche contro le dipendenze.
Kevin Spacey ha raccontato di essere senza fissa dimora, di vivere in alberghi e Airbnb e che per guadagnare deve fare spettacoli nelle discoteche a Cipro L'ultima esibizione l'ha fatta nella discoteca Monte Caputo di Limisso, biglietto d'ingresso fino a 1200 euro.
Isabella Rossellini ha detto che oggi non è mai abbastanza vecchia per i ruoli da vecchia, dopo anni in cui le dicevano che non era abbastanza giovane per i ruoli da giovane In un reel su Instagram l'attrice ha ribadito ancora una volta che il cinema ha un grave problema con l'età delle donne. 
Da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, le donazioni per Gaza si sono quasi azzerate Diverse organizzazioni umanitarie, sia molto piccole che le più grandi, riportano cali del 30 per cento, anche del 50, in alcuni casi interruzioni totali.
Lorenzo Bertelli, il figlio di Miuccia Prada, sarà il nuovo presidente di Versace Lo ha rivelato nell'ultimo episodio del podcast di Bloomberg, Quello che i soldi non dicono.
Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.
Per evitare altre rapine, verrà costruita una stazione di polizia direttamente dentro il Louvre E non solo: nei prossimi mesi arriveranno più fondi, più telecamere, più monitor, più barriere e più addetti alla sicurezza.

LinkedIn cresce… anche perché cerca di essere sempre meno LinkedIn

05 Maggio 2014

LinkedIn compie 11 anni: il social network dedicato al mondo del lavoro infatti è stato lanciato il 5 maggio del 2003. E, dati alla mano, pare in costante crescita, il mese scorso la società ha annunciato di avere raggiunto la quota di 300 milioni di iscritti (solo nel 2012 erano 100 milioni in meno, come si può vedere dal grafico qui sotto, elaborato dal sito Quartz).

In tutto questo, però, c’è chi si chiede a che cosa serva veramente LinkedIn… in un mondo in cui il lavoro si cerca soprattutto su Facebook e anche i datori di lavoro utilizzano social newtork non specializzati per indagare su potenziali dipendenti.

Studi recenti infatti dimostrano che da un lato la presenza online sembra sempre più determinante per trovare un impiego – questo appunto il presupposto da cui era nato LinkedIn – ma che la presenza su social network “generici”, come Facebook e Twitter, è più rilevante anche dal punto di vista lavorativo. Secondo un’indagine condotta nel 2012 da Jobvite infatti il 53% delle persone utilizzano Facebook per cercare lavoro, mentre solo il 38% usa LinkedIn e circa il 34% Twitter. I datori di lavoro, dal canto loro, utilizzano molto LinkedIn per fare ricerche sui candidati (circa il 90% lo fa), ma indaga molto anche su altri social network: i due terzi delle aziende controlla i profili dei candidati su Facebook, se ci sono.

Dunque, si chiede Quartz, a che cosa serve LinkedIn? E, soprattutto, come convince gli utenti a ritornare, visto che in pochi sembrano disposti ad aggiornare il profilo in continuazione? La risposta, sostiene il sito, è che LinkedIn sta puntando sempre più a diventare una sorta di online magazine. Per questo, recentemente, ha iniziato a incoraggiare i suoi membri a utilizzare la piattaforma come blog. L’idea di fondo è generare più clic e ingaggiare maggiormente gli utenti fornendo contenuti da leggere e condividere: «Vorrebbero che la gente comune guardasse al suo newsfeed su LinkedIn ogni mattina», ha spiegato a Quartz Tom White, analista alla banca d’investimento Macquarie. «Un po’ come già si fa con Twitter».

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