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Il tempo è come un’ambulanza: quando è passato, sembra più lontano (lo studio)

L’avete notato, probabilmente, quando vi siete trovati fermi nel traffico, con un’ambulanza nei paraggi: fintanto che l’ambulanza si avvicina, il suono della sirena è più acuto, e dunque pare più vicino; ma non appena l’ambulanza ci ha superati, il suono si fa più grave, e di conseguenza dà l’impressione di essere più lontano.

Si chiama effetto Doppler: gli esperti lo definiscono come «un cambiamento apparente della frequenza o della lunghezza d’onda che dipende dalla posizione dell’osservatore rispetto alla sorgente o viceversa» ed è un fenomeno ben noto già dalla metà dell’Ottocento.

Assai più recentemente, alcuni ricercatori hanno scoperto che esiste un “effetto Doppler” non solo relativo al suono, ma anche al tefmpo. In breve: ciò che è davanti a noi sembra più vicino, ciò che è già passato ci pare più lontano.

Una squadra di studiosi, guidata da Eugene M. Caruso della Booth School of Business (University of Chicago), ha condotto alcuni test sulla percezione della distanza temporale di alcuni eventi, passati o futuri. E sono giunti alla conclusione che, a parità di distanza temporale, percepiamo come assai più vicini eventi futuri, rispetto a quelli passati.

Un esempio? Se, un mese prima di San Valentino, si chiede ad alcuni studenti universitari quanto tempo manca alla festa degli innamorati, la maggior parte risponderà che manca poco tempo. All’opposto, se un mese dopo il 14 febbraio si domanda a un gruppo simile quanto tempo è trascorso da San Valentino, la maggior parte risponderà che ormai è passato molto tempo.

Caruso e la sua squadra ha pubblicato i risultati della ricerca sul numero di marzo di Psychological Science, in un paper intitolato The Temporal Doppler Effect When the Future Feels Closer Than the Past.

 

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