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14:27 venerdì 21 novembre 2025
Da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, le donazioni per Gaza si sono quasi azzerate Diverse organizzazioni umanitarie, sia molto piccole che le più grandi, riportano cali del 30 per cento, anche del 50, in alcuni casi interruzioni totali.
Lorenzo Bertelli, il figlio di Miuccia Prada, sarà il nuovo presidente di Versace Lo ha rivelato nell'ultimo episodio del podcast di Bloomberg, Quello che i soldi non dicono.
Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.
Per evitare altre rapine, verrà costruita una stazione di polizia direttamente dentro il Louvre E non solo: nei prossimi mesi arriveranno più fondi, più telecamere, più monitor, più barriere e più addetti alla sicurezza.
L’unico a volere il water d’oro di Cattelan andato all’asta è stato un parco di divertimenti Lo ha comprato per dodici milioni di dollari: è stata l'unica offerta per un'opera che ne vale dieci solo di materiale.
Angoulême, uno dei più prestigiosi festival di fumetti al mondo, quest’anno potrebbe saltare a causa di scandali, boicottaggi e tagli ai finanziamenti L'organizzazione è accusata di aver provato a insabbiare un'indagine su uno stupro e centinaia di artisti hanno deciso di non partecipare in protesta. L'edizione 2026 è a rischio.
Il guasto di Cloudflare è stato così grave che ha causato anche il guasto di Downdetector, il sito che si occupa di monitorare i guasti su internet Oltre a X, ChatGPT, Spotify e tanti altri, nel down di Cloudflare è andato di mezzo anche il sito a cui si accede quando tutti gli altri sono inaccessibili.
Il nuovo film di Sydney Sweeney sta andando così male che il distributore si rifiuta di rivelarne gli incassi Christy sembra destinato a diventare il peggior flop dell'anno, il quarto consecutivo nel 2025 dell'attrice.

L’open space perfetto, secondo la scienza

02 Agosto 2016

Una dei principali segni distintivi di quest’epoca, in ambito lavorativo, è il frequente ricorso delle aziende di ogni settore a spazi lavorativi aperti e in condivisione, ciò che siamo soliti chiamare “open space”. Non tutti amano l’open space: un pezzo del New Yorker del 2014 lo definiva «una trappola», e sono in molti a credere che l’eccessiva vicinanza ai colleghi di lavoro risulti in distrazioni e stress più facili.

Un nuovo studio della Harvard Business School sull’organizzazione ideale degli spazi di lavoro, effettuato incrociando le disposizioni dei posti di duemila impiegati di una società tech non identificata, è venuto alla conclusione che l’open space è effettivamente il miglior modo in cui ordinare le persone in un ufficio. È vero, in precedenza una ricerca che metteva insieme più di cento studi esistenti aveva stabilito che la curva dell’attenzione e la creatività dei dipendenti di un’azienda risultavano penalizzati dagli spazi in condivisione. Ma il segreto sta nel come vengono disposte le persone.

Grazia Magazine Produces Issue From New Shopping Centre

Per spiegare i risultati della Harvard Business School bisogna considerare che il paper ha diviso gli impiegati partecipanti in due categorie: quelli che producono contenuti più velocemente, ma con un output di qualità minore, e quelli che invece si prendono più tempo per generare prodotti di qualità superiore. Poiché i dati empirici suggeriscono che il contatto tra questi due gruppi genera effetti esclusivamente positivi (i primi vengono spronati a migliorare la qualità, e i secondi i tempi di produzione), il prossimo passo per migliorare gli open space, dice la ricerca, non è ispirarsi forzatamente ai luoghi di lavoro di Google o Pixar, ma creare il giusto equilibrio tra i diversi tipi di persone che lavorano fianco a fianco ogni giorno.

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