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08:52 giovedì 18 settembre 2025
Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 
Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.
In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.
Luigi Mangione non è più accusato di terrorismo ma rischia comunque la pena di morte L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.

Il primo numero di Vogue era strano

15 Settembre 2017

La prima copertina di Vogue ha per protagonista una debuttante in abito spumoso, circondata da fiori e farfalle. Ai lati della scritta Vogue, due donne abbigliate con neutralità, tipo allegorie antiche: una di loro legge una rivista, l’altra si guarda allo specchio. Disegnata da A. B. Wenzel, la copertina ha accompagnato il primo numero del periodico mensile fondato a New York da Arthur Baldwin Turnure nel 1892. All’inizio era un settimanale costituito da disegni, vignette, battute ma soprattutto storie (uno dei pezzi forti era Le Bon Oncle d’Amerique, che seguiva le avventure a Parigi di un ragazzo mantenuto dal ricchissimo zio americano) e comprendeva l’importante sezione “Society Supplement”, che informava i lettori sul turbinio sociale di New York con notizie tipo «Miss Callender e Miss De Forest hanno in mente di dare nel loro nuovo appartamento nell’edificio di Tiffany a Madison Avenue una serie di eventi con sottofondo musicale».

Su Jezebel Pictorial hanno ricostruito la storia dei primi numeri della rivista, sfogliandoli e analizzando le differenze tra i primi anni, i primi decenni e oggi. Il primo numero della rivista, datato 17 dicembre 1892, era confuso e disordinato, come anche i successivi. Secondo Pictorial questo era dovuto al fatto che la rivista era praticamente prodotta dallo stesso tipo di persone a cui si rivolgeva (se non proprio dalle medesime), e cioè da ricchi festaioli di entrambi i sessi la cui ultima preoccupazione era la professionalità, considerata un valore della classe media.

La cosa interessante, infatti, è scoprire che all’inizio la celebre rivista di moda non era esattamente una rivista di moda, ma un “social magazine” per signore e gentiluomini molto ricchi e piuttosto in là con gli anni. «L’obiettivo specifico è l’istituzione di un autentico e dignitoso diario della società, della moda e del lato cerimoniale della vita, dedicato al presente, principalmente pittorico», così scriveva il fondatore nel primo numero.

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L’editoriale, riportato da Pictorial, era una riflessione sulla nozione di status chiaramente dedicata ai raffinati e ironici newyorkers della Gilded Age: «La società americana gode del privilegio di essere la più progressista nel mondo, la più salubre e la più benefica. È facile da distinguere, facile da ricevere e facile da condannare. È svincolata dalla nobiltà degradata e immutabile. Al suo grado maggiore ha un’aristocrazia fondata nella ragione e sviluppata nell’ordine naturale. Le sue particolari fasi, le sue follie, i suoi diletti, i cambiamenti repentini e inaspettati, forniscono infinite opportunità per commenti e occasionali rimproveri».

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